Precipitazioni piovose che, seppure continue per oltre 30 ore, non hanno arrecato alcun danno nella Piana di Sibari. Per gli agrumi, la minaccia attuale è lo spot water, la cosiddetta macchia dell'acqua.
"Questa campagna è segnata da un 40% in meno di volumi raccolti, se non addirittura il 50% in alcuni casi. Ma le vendite dei nostri agrumi biologici stanno procedendo bene. Al momento, offriamo clementine e arance Navel: c'è una buona richiesta, con riscontri soddisfacenti in termini di qualità e prezzi medio-alti. Non siamo sotto pressione come lo scorso anno; registriamo una richiesta superiore all'offerta e il prodotto, non appena viene raccolto, si vende direttamente", dichiara Vincenzo Malagrinò della Fruttone Bio.
"Stiamo gestendo i programmi con la clientela all'80%, e ogni giorno è una sfida soddisfare le richieste. Ce la stiamo facendo, finora. Per come si sta mettendo la situazione, il rischio è quello di arrivare solo fino a Natale con le clementine. E' una campagna che terminerà davvero presto, quest'anno. Dopo le festività, rimarranno quantitativi davvero limitati", continua Vincenzo.
"Il risvolto positivo della scarsa resa lo si vede però sui mercati: non registrandosi surplus nell'offerta, si riescono a gestire meglio le quotazioni. Chi vende a prezzi stracciati, specie in una campagna come questa, va invece contro ogni logica commerciale". Secondo il manager, questo va solo a scapito di aziende "come la nostra, che hanno costi elevati. Si pensi solo alle spese per le certificazioni necessarie, ad esempio".
Parlando di concorrenza, Vincenzo rivela che quest'anno la si sente poco o niente. "E' noto che, in Europa, la Spagna la fa da padrone, ma quest'anno non si sente pressione. I clienti francesi rispondono bene al nostro prodotto, così come i tedeschi e gli austriaci. I prezzi degli agrumi spagnoli si stanno equilibrando ai nostri, perché anche loro registrano forti carenze in termini di rese".
"Le dinamiche di mercato cambiano da un giorno all'altro, in ogni caso. Quindi difficile prevedere o anche commentare ciò che accade. Lo viviamo direttamente. Quello che possiamo fare è offrire la nostra qualità: è questa che ora ci offre una marcia in più".
Nel corso dell'estate 2019, la Fruttone Bio ha investito in una nuova sede di proprietà. "Avevamo la necessità di soddisfare esigenze diverse e questo ci ha permesso anche di investire in nuovi macchinari per il confezionamento dei nostri agrumi", spiega Vincenzo.
"Nel comparto del packaging si registrano dei cambiamenti: la Gdo punta a produzioni a marchio, altre aziende richiedono cartone anonimo per private label. Il marchio aziendale sta quasi scomparendo. Per quanto ci riguarda, una parte delle nostre referenze rimane a marchio Fruttone Bio".
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