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Porto di Gioia Tauro e agrumi pakistani: l'ennesima beffa per i produttori calabresi

Mandarini Kinnow dal Pakistan sbarcano al porto di Gioia Tauro, in Calabria, dopo aver percorso 5.200 km, e gli operatori del settore agrumicolo calabrese non ci stanno.

(Foto Ufficio Stampa Coldiretti Calabria)

"Non solo concorrenza dal Nord Africa e Spagna, ma adesso anche dall'Oriente che sta lanciando il prodotto su larga scala. L'ultima stagione agrumicola – dichiara Francesco Cosentini, direttore di Coldiretti Calabria – ha fatto registrare prezzi bassi, perdite per molti produttori e poi una concentrazione di altri fattori che hanno determinato una tempesta perfetta: calamità naturali, incoerenza commerciale, concorrenza sleale con produzioni di altri Paesi".

"Durante la stagione invernale, abbiamo importato in Italia 170mila tonnellate di agrumi dal Marocco rispettando gli accordi commerciali stabiliti, ma tante sono le produzioni agricole che entrano sul mercato nazionale senza controlli e monitoraggio".

(Foto Ufficio Stampa Coldiretti Calabria)

"In Italia ci sono in circolazione clementine prodotte, raccolte e importate da operatori esteri e, nel frattempo, nella Piana di Sibari le clementine sono rimaste sulle piante invendute – commenta amareggiata a FreshPlaza Maria Malagrinò della Fruttone Srl di Corigliano Calabro (CS) – Un operaio pakistano per raccogliere questa specie di clementine guadagna circa 30 euro al mese, pari a mezza giornata di un nostro bracciante agricolo e il prodotto estero non osserva nemmeno il 5% delle regole sanitarie alle quali ci atteniamo scrupolosamente nella Piana di Sibari".

"Dovete sapere, inoltre, che prima di finire nel vostro stomaco questa specie di clementine rimane in mare per una quarantina di giorni. Le nostre clementine sarebbero già evaporate, invece i Kinnow pakistani arrivano freschi come raccolti in giornata. La cosa più grave è che arrivano e sbarcano nelle zone di produzione con l'assoluta complicità di qualche imprenditore locale e, quindi, agevolato nella concorrenza sleale. Possibile infatti che vengano spacciate anche come clementine calabresi. Decisamente, si è superato ogni limite".