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Arance della Piana di Catania: due realta' per una sola campagna

"Si chiude una campagna davvero controversa per le arance della Piana di Catania, ma con una finestra molto positiva al suo interno. Gli impianti nuovi, senza problematiche legate al Citrus Tristeza Virus (CTV) e ad altre malattie, hanno registrato buoni prezzi, da 0,40 a 0,70 euro/kg. Gli impianti vecchi colpiti da CTV hanno, invece, mostrato scarsa produzione e scarsa qualità con prezzi da 0,07 a 0,10 euro/kg". A dichiararlo a FreshPlaza Corrado Vigo, agronomo specializzato in agrumi e tecnico della "Commissione Agrumi" di Bruxelles.

"Gli aranceti sono sempre più malati e la carenza di piogge non ha favorito la situazione; ci sono seri problemi nella ricarica delle falde e con i Consorzi di Bonifica. Piogge si sono registrate negli ultimi giorni - continua Vigo - Si è registrata, inoltre, una scarsa fioritura e quella che c'è stata è risultata parzialmente compromessa dai venti caldi di metà aprile".


La richiesta di mercato per le arance siciliane non manca
"Da una parte, gli operatori commerciali hanno difficoltà a fornire un prodotto buono e qualitativamente elevato, dall'altra non si riesce, in molti casi, a ottenerlo per via delle problematiche fitosanitarie ed economiche delle aziende".

In termini di andamento di domanda e offerta, Vigo offre una doppia panoramica da considerare: "Per le arance di elevata pezzatura e di ottima qualità, la richiesta è stata fortissima e non c'è stata offerta che l'ha potuta soddisfare; vale per gli operatori commerciali ma anche per la grande distribuzione. Per le arance di media qualità, l'offerta è risultata elevatissima, a fronte di una domanda ridotta; il prodotto è stato esitato a prezzi davvero bassi".


"Urge - sottolinea più volte Vigo - un piano straordinario per l'agrumicoltura. Negli anni Ottanta, con una superficie agrumetata maggiore della nostra, la Spagna ha subito tutto quello che noi stiamo subendo ora con il CTV e, a suo tempo, ha ricevuto gli aiuti del Regolamento Cee 1204/82 e 1130/89 che prevedevano il reimpianto al 100% a fondo perduto e le spese di allevamento per i primi 5 anni, come rimborso del mancato reddito. Noi non abbiamo questi mezzi".

"Oltre a quelle già presenti da diversi anni, varietà innovative ce ne sono poche - commenta Vigo - Si registra una forte richiesta da parte dei produttori di svecchiare il vecchio patrimonio arboreo (soprattutto per via del Citrus Tristeza Virus), ma i costi non incoraggiano".

Non essendoci fondi e non avendo reddito, come fanno le aziende a reimpiantare?
"Per esempio, 30 ettari di agrumeto a 15.000 euro l'ettaro comportano una spesa di 450mila euro. Per i successivi 4 o 5 anni, ci vorranno almeno 3.000 euro l'ettaro per un totale di 90.000 euro l'anno, che moltiplicati per 4 anni implicano un costo di 360mila euro. Complessivamente, per reimpianto e messa a coltura ci vogliono oltre 800mila euro. E se un agricoltore non riesce a chiudere il bilancio, da dove potrebbe mai tirar fuori questa cifra?".