In foto: Peppino Ursini alla guida dell'omonima azienda.
"Nei 20 ettari di proprietà coltiviamo una vasta gamma di ortaggi e ulivi secolari i cui frutti trasformiamo, in 140 referenze, a poche ore dalla raccolta controllando in modo accurato ogni passaggio dell'intera filiera. Offrire il miglior prodotto è un impegno che assumiamo nel rispetto delle nostre radici e del grande patriarca, quel secolare olivo del '700 che ci osserva fiero dal giardino dell'Abbazia di San Giovanni in Venere".
Un concetto chiave nella produzione Ursini recita che la qualità autentica si può raggiungere solo in maniera diretta e senza delegare ad altri la cura delle proprie specialità.
Il prodotto di punta è il pomodoro a pera d'Abruzzo, ma l'azienda lavora anche zucchine, melanzane, carciofi, asparagi, radicchio peperone e agrumi (per aromatizzare l'olio).
I sughi Ursini si dividono in quattro invitanti varietà: sughi rossi semplici, sughi rossi speciali, sughi senza pomodoro, salse e pomodori, tra cui la singolare e semplicissima "Spaccatella". Tutte queste specialità sono lavorate direttamente nella cucina Ursini e si basano su eccellenti materie prime, vero segreto di bontà di ogni prodotto che va esaltato in fase di trasformazione con sapienza e attenzione.
Ogni vasetto è una combinazione perfetta di sapori, capace di portare in tavola un gusto schietto e personale che conquista al primo assaggio, senza nessun bisogno di concentratori di sapidità o glutammati. I Pestati Ursini sono prodotti artigianali totalmente naturali e privi di stabilizzanti o conservanti.
Una linea di manufatti di altissima qualità, proposta in vasetti da 145 grammi che si adattano a ogni esigenza. Pur essendo pastorizzato a bagnomaria, ogni pestato ha un ciclo di vita che cresce, matura e declina in 18-22 mesi dal momento della produzione, in funzione degli ingredienti e del modo di conservazione.
"Trasformare i prodotti della terra – sottolinea Ursini - vuol dire valorizzarli in modo virtuoso e portarli sul mercato a un prezzo perlomeno dieci volte superiore rispetto al prodotto fresco. Ho desiderato tanto mettere a valore le fatiche degli uomini, e in particolare il lavoro della mia famiglia, nella convinzione che ottenere redditività discende da un mix che unisce alla trasformazione accurate combinazioni gastronomiche".
"Per quanto riguarda la campagna commerciale, il pomodoro quest'anno ci ha traditi perché, a causa delle piogge arrivate a tardo agosto, non siamo riusciti a raccoglierne quanto volevamo e quindi i prezzi sono stati più elevati. Le piogge incessanti fino agli inizi settembre hanno rovinato il 30% del raccolto e i produttori hanno venduto a prezzi superiori".
"Siamo eticamente legati al territorio e non potevo acquistare altro pomodoro se non quello locale, pertanto ho ritirato quello che c'era a qualsiasi prezzo. Invece le zucchine, le melanzane, i carciofi hanno fatto una grande stagione, pertanto se tiriamo le somme è andata bene!".
I mercati di riferimento sono per il 60% l'Italia, da Napoli in su, e per il 40% l'estero. "Non vendiamo al sud non solo per via dei costi di trasporto, ma anche perché è un mercato dove ci sono già molti produttori e trasformatori. In generale, il sottolio ha un mercato tipicamente italiano; anche se è apprezzato in Francia, è difficile posizionarlo in altri paesi".
"Le creme spalmabili, invece, e i pestati - conclude Ursini- sono molto apprezzati nei mercati del nord America e nord Europa, nell'ordine Francia, dove vendo bene forse per affinità con i consumatori italiani, Germania, Norvegia, Svizzera. I canali di vendita sono il retail specializzato e l'horeca, per quanto riguarda la Gdo, in particolare serviamo la catena Carrefour gourmet, un format che sta andando molto bene e che in qualche modo sostituisce i piccoli negozi tradizionali che via via stanno chiudendo".
"Tra i progetti futuri ci piacerebbe avvicinarci al consumatore finale anche perché rileviamo la tendenza del singolo cliente ad acquistare, sempre più spesso, direttamente dal produttore. Pensiamo, in tal senso, di promuovere il brand in negozi a marchio con la vendita diretta, al fine di accorciare la filiera e al tempo stesso raccontare attraverso i nostri prodotti tipici il territorio abruzzese".
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