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Indagine del Disafa di Grugliasco (TO)

Piemontesi e liguri scelgono i piccoli frutti in base a precisi parametri

Lamponi e mirtilli sono un buon esempio del dinamismo culturale che ha caratterizzato l'evoluzione dei consumi alimentari in Italia. Essi dimostrano come l'immagine di un prodotto, che è sempre stato considerato di nicchia, possa potenzialmente essere considerata parte del consumo giornaliero di frutta fresca, oltre a migliorare la sostenibilità agricola. E' quanto si legge in uno studio del Disafa pubblicato lo scorso mese sulla rivista Sustainability.

Lamponi e mirtilli sono stati scelti per questo studio in quanto sono importanti prodotti freschi in Italia, e sono costantemente coltivati dal 1980.

L'Italia è tra i principali produttori europei, con una produzione media annua di 2mila e 1550 tonnellate, rispettivamente, di lamponi e mirtilli. In Italia, in questi anni, nonostante la crisi dei consumi del settore ortofrutticolo, il consumo di piccoli frutti è aumentato in termini di volume (+156%) e valore (+207%).



Ci sono diversi fattori che hanno permesso ai piccoli frutti di penetrare il mercato italiano: l'aumento del loro uso sia a livello domestico sia nella ristorazione (ristoranti, bar e gelaterie), l'associazione di questi frutti a un alto valore nutrizionale e ambientale, l'incremento dei consumi durante il periodo estivo (da giugno a settembre) grazie al miglioramento delle tecniche di conservazione e l'aumento delle importazioni da paesi all'interno e all'esterno dell'Europa.

I consumatori possono essere importanti promotori di una società sostenibile, selezionando cibi che vengono prodotti nel rispetto della sostenibilità ambientale, sociale ed etica. Nel settore della frutta, i temi della sostenibilità sono spesso associati a concetti definiti in modo impreciso, come "produzione locale", "freschezza" e "prodotto locale".

Il gruppo di ricerca di frutticoltura e economia del Disafa dell'Università di Torino ha valutato l'importanza di 12 parametri sul consumo di lamponi e mirtilli in due regioni italiane (Piemonte e Liguria).

"Con questo studio abbiamo identificato come questi attributi vengono classificati dai consumatori, tenendo conto dei potenziali effetti ambientali e regionali che possono guidare le differenze nella scelta d'acquisto tra le due regioni", spiega la Dott.ssa Cristiana Peano.

Per l'indagine, sono stati considerati 12 parametri che fanno riferimento indirettamente al concetto di sostenibilità ambientale:
  1. freschezza
  2. origine del prodotto
  3. marchio Bio
  4. valore nutrizionale e salutistico
  5. stagionalità
  6. aspetto visivo
  7. prodotto localmente
  8. packaging
  9. etichettatura
  10. certificazioni di qualità
  11. prezzo
  12. conoscenza del brand
"Secondo le preferenze espresse dal nostro campione di acquirenti al dettaglio (n = 669), i risultati mostrano che le ragioni che spingono all'acquisto di piccoli frutti sono associati a numerosi parametri, tra i quali la freschezza e l'origine del prodotto risultano i più importanti, mentre il prezzo non è stato classificato come così rilevante".

"Questi risultati indirettamente testimoniano l'attenzione del consumatore verso la sostenibilità della produzione locale e il legame tra sostenibilità e territorio – conclude Peano - Pertanto, possiamo presumere che il miglioramento della familiarità da parte dei consumatori per attributi come produzione locale e prodotto locale potrebbe supportare e favorire un il consumo di lamponi e mirtilli".

Fonte: Vincenzo Girgenti , Stefano Massaglia, Angela Mosso, Cristiana Peano, Filippo Brun, ‘Exploring Perceptions of Raspberries and Blueberries by Italian Consumers’, Ottobre 2016, Sustainability, 8(10), 1027; doi:10.3390/su8101027.