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Il parere di Eosta

Il blocco agli agrumi sudafricani: misura fitosanitaria o protezionistica?

E' il terzo anno consecutivo che le esportazioni sudafricane verso l'Europa sono state bloccate, ogni volta all'apertura della stagione agrumicola. Allo stesso tempo, però, quelle dal Sud America, che storicamente hanno presentato maggiori intercettazioni di frutti con sintomi del CBS-Citrus Black Spot, proseguono. Secondo gli scienziati, però, il propagarsi della macchia nera degli agrumi in Europa tramite frutti infetti è impossibile. Volkert Engelsman della compagnia olandese Eosta si chiede quindi se questo rifiuto non sia invece una misura protezionistica.

Il CBS è una malattia fungina che colpisce gli agrumi nelle zone con un clima subtropicale, creando piccole lesioni nere sulla buccia che rendono la frutta difficile da vendere, nonostante il danno sia solo estetico. Il fungo non pone infatti problemi per la salute delle produzioni e gli alberi non ne muoiono come accade per esempio con il Citrus Sudden Death, che giustificherebbe tali drastiche misure fitosanitarie con blocco ai flussi commerciali.

Il black spot ha comunque un grande impatto economico. Nel novembre del 2013 ci fu il primo fermo alle esportazioni di agrumi provenienti da certe zone del Sudafrica, a causa della minaccia di embargo posta dall'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, cosa che si è ripetuta negli anni seguenti. Nel 2014 e nel 2015, i produttori sudafricani hanno volontariamente sospeso le esportazioni in settembre dopo casi di 'ritrovamenti' in un piccolo numero di lotti destinati all'esportazione.

Nel frattempo, il costo della gestione rischi è incrementato considerevolmente, a spese dei produttori. Stranamente però, le importazioni dal Sud America non sono state bloccate, nonostante il fungo sia stato ritrovato nel doppio dei casi. Secondo i rapporti fitosanitari europei, infatti, tra marzo e settembre 2015 ci sono state 26 intercettazioni nella frutta proveniente da Argentina e Uruguay e sono 12 in quella sudafricana.

Secondo Volkert Engelsman, direttore di Eosta, importatore di frutta biologia da entrambi i continenti, "lo stop sulle importazioni è alquanto discutibile da un punto di vista scientifico. La malattia non si può infatti propagare agli alberi da lesioni che interessano la frutta matura. Inoltre, un team di esperti internazionali ha spiegato che non c'è rischio di trasmissione nei climi europei".

"La provincia sudafricana del Capo Occidentale ha un clima mediterraneo e coltiva limoni da ottant'anni; nel Capo Orientale, colpito invece dal fungo, si coltivano limoni senza problemi sempre da ottant'anni. La frutta ha sempre circolato liberamente tra le due zone ma il Capo Occidentale non è mai stato colpito dal black spot".

Engelsman si trova quindi a porsi un quesito ovvio: "il Sudafrica e la Spagna sono i più grandi produttori ed esportatori di agrumi a livello mondiale. Dato che solo le importazioni dal Sudafrica sono state bloccate sul mercato UE, c'è da chiedersi se si tratti effettivamente di una misura fitosanitaria lecita o se sia un ostacolo agli scambi, camuffato da misura preventiva. Sembra proprio che l'UE voglia proteggere i propri produttori".
Data di pubblicazione: