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"Vernocchi: "La Commissione sta tentennando e noi non possiamo piu' permettercelo"

Crisi frutta estiva: Agrinsieme annuncia la mobilitazione

"Una manifestazione organizzata dagli agricoltori insieme ai sindacati dei lavoratori, a sostegno del Ministro Martina perché l'Unione europea dia meno peso alle banche e più importanza ai settori produttivi, come il nostro, che danno ricchezza al territorio". Davide Vernocchi, presidente del settore ortofrutticolo di Fedagri-Confcooperative, spiega a FreshPlaza le motivazioni che hanno indotto Agrinsieme a scendere in piazza con gli operatori del settore mercoledì prossimo, 30 luglio a Roma. Un modo per sensibilizzare l'opinione pubblica, anche attraverso la distribuzione di frutta, e sostenere l'azione del governo italiano in sede comunitaria.

Dopo l'intervento del Ministro Maurizio Martina e dell'europarlamentare Paolo De Castro nei confronti del Commissario all'agricoltura Dacian Ciolos, il sistema ortofrutticolo italiano sollecita gli uffici della Commissione europea ad attivare la procedura di urgenza per la crisi della frutta estiva. Per questo Agrinsieme - il coordinamento tra l'Alleanza delle cooperative agroalimentari, Confagricoltura e Cia - chiede al Governo un immediato intervento presso la Commissione europea. "Apprezziamo il lavoro del Ministro Martina e della sua struttura - chiarisce Vernocchi - ma ora serve che anche il presidente del Consiglio Renzi intervenga per il raggiungimento dell'obiettivo in tempi rapidi".

Una crisi della frutta di stagione pesantissima, che ormai da settimane non dà tregua, e che è dovuta alla contemporanea maturazione nei principali paesi delle stesse tipologie di prodotti, con conseguente crollo dei prezzi alla produzione. Attualmente un chilo di frutta - per quanti hanno deciso di raccogliere - viene pagato al produttore tra i 15 e i 20 centesimi al chilo, molto al di sotto dei costi di produzione.

"La crisi dei prezzi - aggiunge Vernocchi - e il calo dei consumi, non solo di pesche e nettarine, ma anche di angurie, meloni, patate e altre specie, rappresentano un serio problema per le imprese agricole e per tutti i lavoratori impiegati. Si tratta di 10 milioni di giornate di lavoro a rischio, per non parlare degli oltre 100.000 addetti e dell'indotto".

Insomma, un settore, quello primario, che merita attenzione, mentre "la Commissione sta tentennando e noi non possiamo più permettercelo".

La forte deperibilità dei prodotti estivi, la limitata possibilità di stoccaggio e i picchi produttivi ben definiti, richiedono infatti la massima tempestività e urgenza in termini di tempo e volumi di ritiro. I produttori e le cooperative di Italia, Francia e Spagna stanno sollecitando da diversi giorni i funzionari comunitari per ottenere in tempi urgenti la procedura di intervento. "Se le tempistiche burocratiche impediranno l'attivazione delle misure già previste in sede comunitaria - conclude Vernocchi - le eventuali responsabilità andranno accertate".