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"Dalla scrivania all'orto, dall'economia di carta al valore della terra: la storia di "Riccagioia 28"

Prende il nome da una piccola località di Pieve del Cairo, in provincia di Pavia, unita al numero civico della sua stessa sede legale: è "Riccagioia 28", l'azienda agricola sviluppata in chiave "bio" che - in un migliaio di metri quadri di estensione – riassume la scelta coraggiosa di una donna che, a cinquant'anni inoltrati, ha dovuto reinventarsi professionalmente a seguito della perdita del posto di lavoro.

"Il mio voltapagina è stato a quarant'anni, quando la crisi ha messo fine alla mia occupazione dietro una scrivania - racconta a FreshPlaza l'imprenditrice agricola Rosella Fantucchio – Essendo da sola, l'istinto di sopravvivenza mi ha spinta a guardare oltre i confini di ciò che avevo perduto, e ho deciso di "reinventarmi" e di riprendere in mano la mia vita, con dignità. Sono perciò ripartita da quel che ancora mi restava: un pezzo di terra e il ricordo del lavoro dedito e meticoloso di una nonna ortolana."



"Ho seguito un corso per giardinieri presso la Scuola Agraria del Parco di Monza – continua Rosella - spendendo tirocini formativi in diversi vivai, e diventando io stessa tutor a distanza per conto dello stesso Centro di Formazione che avevo frequentato. Questo mi ha permesso di traghettarmi fino alla soglia dei 58 anni, poi, a distanza di quasi un decennio dalla prima svolta della mia storia, è giunto il secondo crocevia: l'orto come scelta auto-imprenditoriale; dopo tutto, già da 17 anni coltivavo la mia terra, perché non mettermi alla prova?"



Così ricomincia, per la terza volta, la storia di Rosella, passata dell'economia "di carta", quella cioè dei lavori impiegatizi, a un ritorno alle radici: contadina per scelta, esempio di quel nuovo "esodo" professionale del terzo millennio, dovuto alla crisi economica e alla necessità di un recupero della terra come forma di sostentamento per la propria famiglia e per la comunità nel suo complesso.

"Nel mio terzo inizio, ho trapiantato i ricordi legati alla campagna di quand'ero bambina nell'unico "terreno" in grado di assicurarmi un futuro sostenibile, a misura di persona, nonostante la mia età e la "depressione" della mia area di appartenenza: così, a giugno di quest'anno, ha preso vita la mia azienda, che io definisco come un grande orto a Partita Iva, dopo quasi due anni passati a raccogliere tutte le informazioni utili per scavalcare una burocrazia in grado di soverchiare anche il più ostinato dei sognatori."



La storia di Rosella oggi rinasce tra serre in via di conversione biologica per la coltivazione di ortaggi legati al territorio (barbabietole, cetrioli, fagiolini, rapanelli, spinaci, zucchini), verdure a foglia (coste, spinaci, catalogna, insalate) ed erbette aromatiche, con un'unica e chiara mission, come lei stessa riporta sul suo sito web aziendale: "Offrire la possibilità di gustare prodotti di stagione coltivati con la stessa attenzione che usava mia nonna nel suo orto". Un obiettivo misurato sulla forza progettuale e imprenditoriale di una donna, e calibrato sulla tutela della biodiversità, sulla filiera corta, sul rispetto dell'ambiente e sulla garanzia di qualità.

"A breve avvierò la fase di commercializzazione su una rete selezionata a misura del mio potenziale produttivo e del valore della mia linea di prodotti – spiega Rosella - che svilupperò puntando sul connubio tra stagionalità e recupero delle erbe spontanee locali, come il tarassaco e l'ortica. Il mio interlocutore privilegiato per le vendite saranno i G.A.S.-Gruppi di Acquisto Solidale perché, oltre a connotarsi come gruppi d'acquisto tout-court, pongono al centro l'aspetto della solidarietà oltre a quello del risparmio, intesa come richiamo all'importanza delle relazioni con il mondo dei produttori, con l'ambiente circostante e con le tradizioni agroalimentari in un'ottica di sostenibilità misurabile per tutta la filiera."

Un esempio dunque di un'agricoltura dove non è il mercato a decidere qual è il ruolo del contadino, ma viceversa sono le comunità a rendergli il valore che merita, attuando una sorta di professione "diffusa", capace di contagiare positivamente le relazioni e di promuoverne di nuove, recuperando insieme territori e "paesaggi" culturali, oltre che visivi.

"Il mio nuovo mestiere è anzitutto un vero e proprio stile di vita – conclude Rosella - finalizzato non tanto alla ricerca di un modo per tirare avanti, ma di un dignitoso equilibrio con la natura e con le mie stesse radici."

Contatti:
Riccagioia 28

di Rosella Fantucchio
Loc. Riccagioia 28
27037 Pieve del Cairo (PV)
Cell.: +39 335 7461691
Email: [email protected]
Web: www.riccagioia28.it