
"Sul medio periodo, tuttavia, le previsioni non sono rosee. La domanda è scarsa, ancora peggio di quanto atteso. Se vengono meno i presupposti, nel giro di poco tempo potremo scontare una situazione inversa: in termini tecnici, se per varie ragioni la capacità produttiva tenderà a salire più della norma, di fronte a una domanda che resta debole, saremo condannati a pesanti periodi deflattivi."
Secondo Guidi, la situazione riguarda gli ortofrutticoli in generale, con l'unica differenza che la frutta presenta andamenti deflattivi più omogenei, mentre le verdure alternano picchi inflattivi con altri deflattivi.
"La curva dei costi di produzione - continua Guidi - è governata dai costi energetici, che allo stato attuale non sono in tensione ma restano critici, e dal costo del lavoro variabile a livello nazionale, mentre molte aree produttive nostre concorrenti sono avvantaggiate da minori costi. Inoltre, la capacità di innovare del settore è piuttosto bassa, non ha ancora fatto i passi che il contesto richiederebbe. Mi riferisco in particolare all'efficientamento dei processi, quindi l'applicazione di tutti quei meccanismi che permettano un contenimento dei costi, lungo tutta la filiera."
"In tal senso, anche le imprese cooperative devono fare di più: se non c'è spinta all'innovazione si rimane ancorati a modelli superati, invece occorre lavorare per contrastare una domanda che continua a scendere."
"Temo però - continua Guidi - che sia errata la percezione che abbiamo di questa crisi. Lungi dall'intravedere una ripresa, infatti, la recessione potrebbe durare altri cinque anni, se non di più: in tale ambito, il nostro settore non gode di una situazione molto vantaggiosa, come dimostra il calo dei consumi. Per rimettere in moto la domanda interna, servirebbe applicare quella che, con un elegante termine anglosassone, è stata definita Spending review, vale a dire una riforma strutturale della Pubblica amministrazione, la cui efficienza ha un effetto diretto su tutte le attività del nostro Paese. Se non si comprende questo, le soluzioni saranno solo dei palliativi che non potranno invertire la tendenza di fondo."
Comunicare i valori dell'ortofrutta in modo piu' incisivo e unitario
Un ultimo aspetto dell'analisi di Lauro Guidi riguarda la comunicazione: "Nel nostro settore la comunicazione è troppo segmentata, andrebbe fatta invece con una regia più potente e una massa economica importante su pochi filoni, sfruttando per esempio i numerosi assist che la medicina mette a disposizione, in chiave salutistica e di benessere. Tante risorse sparpagliate hanno solo dimostrato la loro inefficacia: se infatti avessero avuto effetto, avrebbero dovuto almeno contenere il crollo dei consumi!".
Innovazione di prodotto e di processo, governo dei costi, individuazione di nuovi mercati, queste le chiavi di lettura, secondo Guidi, per uscire dall'impasse. "Ma il settore ha il brutto vizio di non fare sistema, non mi riferisco all'area commerciale, dove sarebbe ancora comprensibile una normale concorrenzialità, ma a quella gestionale e dei grandi costi, quindi dell'informatica e della logistica, dove si potrebbero unire le forze. In Europa, esistono gruppi di dimensioni diverse da quelle italiane: ogni paese ha la sua specificità, la nostra sembra l'egocentrismo, il che produce ulteriore lentezza nel settore."
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