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Il direttore del Consorzio di tutela Chiaramida: tra origine e dettaglio divario abnome di prezzo

Pomodoro di Pachino: ricavi in calo per il Ciliegino, si punta sull'Insalataro

Stagione difficile per il pomodoro Ciliegino che soffre gli elevati costi di produzione e subisce le conseguenze del forte divario di prezzo tra origine e dettaglio. "Purtroppo il trend di quest'anno non si può considerare positivo", dice Salvatore Chiaramida (nella foto), direttore del Consorzio di tutela Igp pomodoro di Pachino. "I costi di produzione sono lievitati, mentre i ricavi tendono ad abbassarsi sempre più. Ma ciò che lascia esterrefatti è il divario enorme che si determina tra quotazioni al dettaglio e all'origine. Di fronte a questi fenomeni siamo disarmati e tentiamo di dare risposte ai produttori che nella vocazione agricola di eccellenza del nostro territorio scommettono ogni giorno e da anni. Stiamo provando ad attuare forme di maggiore sinergia in tutte le fasi della produzione e commercializzazione del prodotto, ma si tratta di un processo lungo e articolato."

Nella stagione agraria 2012/13 sono stati commercializzati oltre 4 milioni di chili di pomodoro Ciliegino a marchio IGP. "Vi è ancora molto prodotto che, pur avendo le caratteristiche adeguate, viene venduto senza marchio, in maniera convenzionale - spiega Chiaramida - Nella prossima campagna dovrebbe crescere di molto il pomodoro Insalataro a frutto singolo marchiato IGP (varietà costoluto e Marinda, in particolare): stimiamo di poterne commercializzare almeno 1 milione di kg, sperando anche in una collaborazione della Gdo che purtroppo non sempre premia chi produce con molti sacrifici."

E poi, i problemi di sempre: "Vi sono ancora tanti operatori che considerano 'Pachino' un sinonimo e non un toponimo. Lo sforzo che si è voluto fare anche in occasione dell'ultimo Macfrut è stato quello di far distinguere il vero Pomodoro di Pachino IGP tutelato dal Consorzio dal pomodoro comune. Visto il periodo della stagione non è stato però possibile proporre l'altro fiore all'occhiello della produzione pachinese, l'Insalataro che si produce da novembre a maggio e che sono certo avrebbe incontrato il consenso di tanti presenti”.

Infine, un commento sulla rassegna romagnola: "Sicuramente Macfrut è un evento interessante, ben organizzato, che resiste alla prova del tempo. A distanza di anni rimane un appuntamento cui non è possibile mancare sia per il valore dei convegni e delle conferenze in programma che per le opportunità di incontri che fornisce. Ciononostante vi sono sicuramente dei margini di miglioramento prima che possa essere considerato una fiera davvero internazionale come Fruit Logistica o Fruit Attraction; in particolar modo occorrerebbe lavorare più sull'ampliamento della provenienza geografica degli espositori, ma anche a momenti 'operativi' in cui l'incontro possa svolgersi su un terreno concreto di proposte realizzabili. Alla componente attuale, per esempio, aggiungerei una 'piattaforma' che possa continuare ad operare anche durante l'anno per evitare che l'evento racchiuda il suo valore solo in pochi giorni."