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Disseccamenti rameali del mandorlo in Sicilia: una minaccia da non sottovalutare

Le regioni del Sud Italia rappresentano l'area più importante per la coltivazione del mandorlo (Prunus dulcis) in Italia. Secondo gli ultimi dati ISTAT, l'area totale di coltivazione del mandorlo in Sicilia è di 32.570 ettari, aventi una resa pari a 526.095 tonnellate (ISTAT 2023). Per quanto concerne il mandorlo, così come avviene in Sicilia per il pistacchio, è possibile osservare due tipi di coltivazione: gli impianti tradizionali, caratterizzati da bassi input produttivi e scarsa specializzazione, e i nuovi impianti, caratterizzati da un'attenta gestione dell'irrigazione, scelta delle cultivar, sesti d'impianto regolari e raccolta meccanizzata effettuata tramite macchine scuotitrici.

Disseccamenti rameali estesi su tutta la chioma. Foto di Carlos Agustí-Brisach

Da recenti indagini, condotte da Giorgio Gusella (ricercatore) e da Giancarlo Polizzi (docente) del Di3A dell'Università di Catania, svolte in alcuni mandorleti situati in provincia di Siracusa, è emersa l'insistenza di diffusi disseccamenti rameali dei giovani germogli dell'anno in corso e dei rami della stagione precedente.


Prof. Giancarlo Polizzi

"La chioma dei mandorli presenta disseccamenti più o meno estesi, con foglie che rimangono attaccate ai rami - riferiscono i due studiosi - Da una più attenta analisi visiva, è possibile osservare la presenza di essudati gommosi lungo il ramo disseccato, spesso in corrispondenza dei cancri (ferite aperte dei tessuti legnosi con bordi cicatriziali rilevati). Lungo i rami sintomatici è possibile riscontrare delle zone ellittiche, leggermente depresse, dal colore argenteo, spesso ricoperte da piccole strutture nere, come si trattasse di pustole. Le aziende con cultivar locali quali "Pizzuta" e "Romana" mostrano una bassa incidenza della malattia (~ 5%), al contrario, le aziende con cultivar internazionali quali "Ferragnes" e "Tuono" presentano in alcuni casi un'incidenza della malattia pari al 100%. I campioni sintomatici raccolti da diverse aziende dell'areale interessato sono stati trasferiti presso i laboratori di Patologia vegetale del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell'Università di Catania, per successive analisi diagnostiche".


Dr. Giorgio Gusella

"Allo scopo sono stati effettuati isolamenti da campioni sintomatici su terreno di coltura artificiale - hanno spiegato i due ricercatori - Da tutti i campioni sono state frequentemente isolate colonie fungine aventi l'aspetto del genere Diaporthe (noto anche come Phomopsis). Ulteriori e approfondite analisi di carattere morfologico, ma in special modo di tipo molecolare, hanno permesso di identificare la costante associazione di Diaporthe amygdali ai tessuti sintomatici.
Il ruolo di questa specie nel determinismo della malattia è stato accertato attraverso i test di patogenicità. Piante sane di mandorlo di un anno e mezzo cultivar Fascionello, Pizzuta, Romana e Tuono innestate su portinnesto GF677 sono state inoculate artificialmente sui rami e sul fusto con tasselli di colonia fungina e poste per tre settimane in condizioni controllate di umidità e luce in cella climatica. Dopo tre settimane è stato possibile osservare gli stessi sintomi rinvenuti in campo. Si può pertanto affermare che Diaporthe amygdali è l'agente eziologico dei disseccamenti rameali del mandorlo in Sicilia. Dalle indagini eseguite nelle diverse aziende è stato accertato che la malattia è presente da tempo nel comprensorio e che erroneamente è stata sempre confusa con disseccamenti da Monilia, che, a dire il vero, oltre ai caratteristici marciumi su diverse specie frutticole, è in grado di causare anche cancri rameali molto simili, e per questo facilmente confondibili".

"Le specie appartenenti al genere Diaporthe sono note da tempo come agenti di cancro di numerosissime specie vegetali, siano esse colture agricole, forestali o ornamentali – precisano Gusella e Polizzi - In Spagna, uno dei Paesi leader nella produzione di frutta secca nel Mediterraneo, la malattia è stata pure recentemente descritta, rivelando che proprio la specie D. amygdali è la più frequente nei mandorleti spagnoli (León et al., 2020). Questa specie fungina cresce bene a 25 °C e sfrutta le temperature primaverili ed estive per infettare i tessuti legnosi. Una volta colonizzato, il legno produce sopra le zone infette e necrotizzate delle strutture piccole e nere chiamate picnidi che altro non sono che le strutture agamiche di riproduzione del fungo, dalle quali, in condizioni ambientali favorevoli (alte temperature e alta umidità) fuoriescono masse mucillaginose di spore che saranno disperse nell'ambiente da agenti atmosferici come la pioggia, o da insetti e uccelli, e serviranno al fungo per iniziare un nuovo ciclo infettivo su una nuova pianta. La malattia risulta essere molto limitante, pari al 100% di perdita di prodotto in annate particolarmente aggressive e senza alcun tipo di trattamento fitosanitario".

Nella foto: caratteristica lesione ellittica argentea con presenza di picnidi di Diaporthe amygdali. Foto di Carlos Agustí-Brisach

Agli agricoltori locali è fortemente consigliato, per limitare la diffusione in campo del patogeno, di sterilizzare gli strumenti da taglio durante le potature, effettuare potature di risanamento e diradare la chioma. Gli scarti di potatura devono essere prontamente eliminati in quanto rappresentano importanti fonti di inoculo del patogeno.


Essudati gommosi. Foto di Giancarlo Polizzi

Attualmente, secondo il Disciplinare di produzione integrata della Regione Sicilia, per quanto concerne i cancri del mandorlo sono consentiti prodotti rameici e prodotti biologici a base di Trichoderma spp. Nuovi studi e prove di campo sono in corso per valutare l'efficacia di altri prodotti fitosanitari per il contenimento di questo pericoloso agente patogeno del mandorlo.

Caratteristico disseccamento rameale da Diaporthe amygdali. Foto di Carlos Agustí-Brisach

Fonti: ISTAT (2023) www.istat.it/it/agricoltura. León M, Berbegal M, Rodríguez-Reina JM, Elena G, Abad-Campos P, Ramón-Albalat A, Olmo D, Vicent A, Luque J, Miarnau X, Agustí-Brisach C, Trapero A, Capote N, Arroyo FT, Avilés M, Gramaje D, Andrés-Sodupe M, Armengol J (2020) Identification and characterization of Diaporthe spp. associated with twig can¬kers and shoot blight of almonds in Spain. Agronomy 10:1062. https://doi.org/10.3390/agronomy10081062
Gusella G, La Quatra G, Agustí-Brisach C, Trapero A, Polizzi G (2023) Elucidating the almond constriction canker caused by Diaporthe amygdali in Sicily (South Italy). Journal of Plant Patholology 1-14 https://doi.org/10.1007/s42161-023-01420-2

Per maggiori informazioni:
Prof. Giancarlo Polizzi
[email protected]