Per molti, la campagna drupacee è partita, ma la scelta del packaging ideale potrebbe risultare ancora un problema irrisolto, specie se si vuole stare al passo con i tempi, salvaguardando e preferendo quindi imballaggi più sostenibili, riciclabili e circolari.
Antonio Castelluccio di Pack System, una società del Sud Italia specializzata nella lavorazione di imballaggi in cartone, plastica e legno, ci illustra le soluzioni a minor impatto ambientale e commercialmente accattivanti per il comparto drupacee: "I nostri principali imballaggi che meglio rispondono alle esigenze di sostenibilità sono gli alveoli in polpa di legno o in carta e le vaschette ibride Ezy:Split. Tutte soluzioni che ben si adattano alle produzioni della campagna drupacee, come pesche, albicocche e susine, anche se ci sono alcuni articoli, come gli alveoli in polpa di legno o carta, che sono particolarmente richiesti dai produttori di albicocche. Tutti questi prodotti si coniugano molto bene con la necessità di ridurre al massimo la componente plastica dagli imballaggi, rendendoli comunque facilmente riciclabili".
Negli ultimi anni, la domanda per gli alveoli in polpa di legno è aumentata notevolmente e pare che questi imballaggi a minor impatto ambientale stiano sostituendo le tradizionali vaschette in plastica. "Gli alveoli in polpa di legno – riprende Castellucci - garantiscono una elevata conservabilità e freschezza dei prodotti. Nello specifico, sono richiesti soprattutto dagli agricoltori che vendono il loro prodotto tramite la GDO, poiché l'obiettivo di molte catene è quello di ridurre l'utilizzo di materiale plastico all'interno dei loro punti vendita".
Invece, la vaschetta ibrida Ezy:Split, essendo stata introdotta da poco, non ha ancora raggiunto la diffusione degli alveoli in polpa di legno, nonostante si pensi che potrà presto rappresentare una valida soluzione di imballaggio. "La vaschetta Ezy:Split ha diverse caratteristiche che la rendono appetibile agli occhi degli agricoltori, come la riduzione del 45% della parte in plastica, grazie alla componente in cartoncino. Basta quindi separare il cestino in plastica dal suo supporto in cartone per differenziare e riciclare i materiali dopo l'uso. A rendere distinguibile la vaschetta Ezy:Split è anche la sua personalizzazione, che permette ai produttori di differenziare la loro offerta e di comunicare adeguatamente le caratteristiche degli articoli confezionati, creando così maggior valore aggiunto e migliorando l'esperienza del consumatore. Per questo, crediamo che nei prossimi anni troverà un utilizzo sempre maggiore, soprattutto da parte dei clienti che intendono valorizzare i loro prodotti ortofrutticoli Premium, comunicando ai consumatori le elevate caratteristiche qualitative e organolettiche dei loro prodotti".
Vaschetta Ezy:Split senza manico
Abbiamo chiesto a Castelluccio se quest'anno il confezionamento incida allo stesso modo sui costi di produzione delle aziende, come accadeva fino a qualche mese fa. "La situazione attuale è molto diversa, rispetto a quella dell'anno scorso. Il 2022, infatti, è stato un anno caratterizzato da continui rincari, anche nel settore dell'imballaggio. Il 2023, invece, complice anche la riduzione dei costi delle materie prime e dell'energia elettrica a livello mondiale, ha fatto registrare una riduzione dei costi degli imballaggi rispetto all'anno passato, anche se non si è ancora tornati ai livelli pre-Covid. Questo è accaduto sia per gli imballaggi in carta, ma soprattutto per quelli in plastica, settore in cui, complice anche la significativa riduzione della domanda globale, la flessione è stata più marcata rispetto alla carta. In generale, vista comunque la riduzione generalizzata dei prezzi degli imballaggi di circa il 10-15% rispetto all'anno scorso, si osserverà una diminuzione dell'incidenza del costo degli imballaggi sul totale dei costi di produzione aziendali".
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