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CAAN: "Sì a controlli, no alla psicosi"

Mandragora fra gli spinaci nella provincia di Napoli: carabinieri ritirano verdura

Dieci persone, appartenenti a famiglie diverse, sono rimaste intossicate dopo aver consumato mandragora in provincia di Napoli. Allucinazioni e problemi gastrointestinali sono i sintomi rilevati. Si sta ripercorrendo la filiera di distribuzione per rintracciare i lotti verosimilmente a rischio, mentre i carabinieri, già nelle ore immediatamente successive all'accaduto, hanno ritirato le verdure sfuse a scopo precauzionale da alcuni fruttivendoli e market alimentari di Pozzuoli e Quarto. Quella finora sequestrata è verdura sfusa, quindi per quella confezionata non ci sono stati problemi.

A segnalarlo una nota Ansa che continua: "Forse, per sbaglio, la mandragora è finita in verdure vendute sfuse, come gli spinaci o le biete, e gli ignari cittadini l'hanno mangiata. Fatto sta che ora ci sono delle indagini dei carabinieri in corso. Dalle prime ricostruzioni i rischi potrebbero raggiungere anche altre aree rispetto alla provincia di Napoli. Alcuni lotti, infatti, sono stati commercializzati da società di Forio d'Ischia, Aversa, Volla, San Valentino Torio (Salerno) ma anche di Avezzano (L'Aquila). Le Asl territorialmente competenti hanno sottoposto l'alimento a blocco ufficiale per effettuare campionamenti e analisi. Ma non è escluso che possa essere stata già venduta".

Il CAAN supporta le indagini dei carabinieri: "No a psicosi"
Tramite nota stampa, il Consiglio di amministrazione del Centro Agro Alimentare di Napoli ha fatto sapere che, in qualità di ente gestore del principale mercato agroalimentare all'ingrosso del Sud Italia, sta supportando le autorità preposte, al fine di consentire l’immediata identificazione della partita di merce risultata contaminata e la sua provenienza.

"Siamo tuttora a disposizione, come sempre fatto, degli inquirenti e delle autorità sanitarie per fornire ogni tipo di collaborazione atta a tutelare la salute dei consumatori" dichiarano i componenti del Cda del CAAN.

Le indagini, immediatamente avviate da Asl e carabinieri, stanno consentendo di individuare tutti i grossisti e rivenditori che hanno acquistato la merce, in modo da ritirarla dalla vendita a scopo precauzionale.