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Bayer presenta il mercato del finocchio in Italia

Dinamiche strutturali del mercato e richieste dei consumatori: produzione e distribuzione a confronto

Riflettori puntati sul finocchio, una coltura tipicamente italiana per la quale il nostro Paese detiene la leadership a livello mondiale per superfici coltivate e volumi prodotti.

Nel pomeriggio di ieri, 4 luglio 2022, Vegetables by Bayer con il marchio Seminis in collaborazione con Bayer Crop Science Italia ha organizzato l'evento digitale #FocusFinocchio – Il mercato del finocchio in Italia: produzione e distribuzione a confronto.

Monica Merusi (nella foto sotto), responsabile marketing della divisione Vegetables, ha fatto gli onori di casa, spiegando i motivi del focus digitale: "L'obiettivo di questo evento è quello di porci - in qualità di produttori non solo di sementi orticole, ma anche di prodotti per la difesa - come un vero e proprio partner, a supporto di una visione ampia e completa del mercato del finocchio. Vogliamo offrire un momento di riflessione e di scambio sulle dinamiche strutturali del mercato di questa coltura, evidenziando quelle che sono le sfide più importanti dal punto di vista produttivo e le istanze provenienti dai consumatori attraverso la Gdo".

A moderare la discussione Salvo Garipoli (nella foto sotto), direttore di SG Marketing ed esperto di marketing agroalimentare, che ha subito precisato il ruolo che il finocchio ha negli acquisti domestici degli italiani. "La categoria ha un'incidenza del 5% sugli acquisti di ortaggi, con un andamento a volume sostanzialmente costante, pur registrando una riduzione del 4,1% sul valore (confronto tra 2021 e media 2018-2020)".

Riguardo alla gestione del prodotto all'interno della Gdo, in rapporto al peso imposto, Garipoli ha evidenziato: "I finocchi segnano un incremento a doppia cifra dei volumi generati, pari al 13,2%, nei primi due mesi del 2022. Altra peculiarità di questa coltura è che è concentrata prevalentemente al sud: Puglia, Calabria, Campania, Abruzzo e Basilicata, per un totale di quasi il 90%". 

Ultima nota sulla commercializzazione. "A differenza dell'ortofrutta in generale, quando si parla di finocchio, questo viene venduto sostanzialmente sul mercato nazionale. E' dunque un prodotto italiano per il mercato italiano. La quota dell'export rappresenta circa l'11% dei volumi introdotti e commercializzati", ha spiegato il direttore di SG Marketing.

L'incontro di approfondimento ha coinvolto produttori ed esponenti del retail, per discutere insieme dello stato attuale del mercato, evidenziando criticità, sfide, opportunità e strategie messe in atto. Per la parte produttiva e commerciale, le testimonianze di due aziende, una del nord e l'altra del sud Italia, e del costituendo Consorzio di Tutela dell'IGP Finocchio Isola di Capo Rizzuto.

"L'Italia è il primo produttore mondiale di finocchio, con una quota dell'80%. Da produttori, abbiamo perciò un vantaggio competitivo. Nell'ultima campagna terminata a maggio, abbiamo constatato un prezzo crescente in maniera costante, rispetto alle due annate precedenti. Il prezzo del finocchio è, infatti, soggetto agli eventi climatici avversi e quest'anno gli areali si sono ridotti per via delle quotazioni medio-basse delle ultime due campagne". A dichiararlo Rosangela Appio (nella foto sotto) della OP Primo Sole di Montescaglioso (MT), presente sui banchi ortofrutta delle maggiori catene della Grande distribuzione organizzata con il marchio Dolce Lucano, il finocchio della Basilicata.

"E' importante, inoltre, sottolineare come il consumatore faccia del finocchio una referenza cardine della propria alimentazione: dagli ultimi dati dell'Osservatorio del Cso, su 100 kg di ortofrutta consumata, 58 sono verdure. Di queste, 3 kg sono rappresentati da finocchio".

Vittorio Caligari (nella foto sotto), socio di Ortofrutta Caligari e Babbi di Savignano sul Rubicone (FC), che da anni con il marchio Finò-Il Finocchio Italiano punta su un prodotto di qualità, esportato in tutta Europa, ha sostenuto: "L'ultima stagione è stata finanziariamente ottima, con qualche tensione dovuta alla riduzione delle superfici e al cambiamento climatico. Volendo pensare a una soluzione delle criticità, in primis dovrebbe esserci una maggiore coesione tra operatori di tutta la filiera e un'adeguata programmazione. Poi guardando al punto vendita, dovrebbe esserci una maggiore cura nell'esposizione della merce e sul modo in cui viene proposta al consumatore".

"Quest'ultimo ha forse bisogno di una standardizzazione dei prezzi, in quanto le continue oscillazioni portano a un disorientamento e ad una mancanza di focus sul finocchio stesso".

A completare il panorama dei produttori, il direttore Enzo Talotta (nella foto sotto) ha portato l'esperienza del costituendo Consorzio di Tutela dell'IGP Finocchio Isola di Capo Rizzuto, un importante progetto di promozione e valorizzazione del prodotto agricolo del territorio calabrese, che muove i primi passi proprio in questi mesi a seguito della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 2 maggio 2022 (cfr. FreshPlaza del 5/05/2022). "Ora stiamo muovendo i primi passi, e vogliamo uscire dall'anonimato. Per mezzo secolo, infatti, il nostro territorio ha distribuito finocchio a tutta l'Italia e all'estero".

Per la parte retail, hanno preso la parola alcuni esponenti della moderna distribuzione (Dimar S.p.A. Gruppo Selex e Magazzini Gabrielli) grazie ai quali si è entrati nel merito delle dinamiche della categoria e si sono analizzate le principali strategie poste a presidio delle nuove richieste da parte dei consumatori, in rapporto alle relazioni di filiera, a monte della catena di fornitura.

"Lo stato di salute è ottimo per la categoria finocchio - ha dichiarato Giovanni Sansone (nella foto sopra), responsabile acquisti ortofrutta di Dimar S.p.A. (Gruppo Selex) - Fino a qualche anno fa, questa veniva considerata una categoria basica, che si vendeva da sola. E il finocchio d'estate non era presente. Ora si vende per 12 mesi l'anno. Il dato è positivo per tutto ciò che viene venduto a peso imposto e confezionato, ma c'è bisogno di ulteriori garanzie in termini di packaging sostenibile e di identificazione del prodotto affinché il consumatore si fidelizzi".

Vittorio De Santis (nella foto sopra), buyer ortofrutta di Magazzini Gabrielli Spa, che opera in Marche, Abruzzo, Molise, Umbria e Lazio, ha aggiunto: "Per noi il finocchio, oltre ad avere una valenza commerciale ne ha una sociale, perché essendo localizzati in areali di produzione, convogliamo il prodotto locale nei nostri reparti ortofrutta. La pancia del mercato è rappresentata dal prodotto sfuso, ma ci stiamo segmentando con l'inserimento di un prodotto a marchio, che riflette i driver del mercato".