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Le riflessioni al centro del convegno organizzato da Confagricoltura Cuneo e Cascine Piemontesi

Noccioleti piemontesi: difenderli dai cambiamenti climatici con la ricerca e l'innovazione

In passato, l'Italia era il principale Paese al mondo a produrre nocciole sgusciate. Negli ultimi anni, è stata ampiamente superata dalla Turchia, e anche le produzioni di Nord America e Cile mostrano un incremento.

La coltura sta subendo gli effetti negativi dei cambiamenti climatici, con il conseguente aumento degli attacchi di nuovi parassiti, lo sviluppo di fisiopatie e la carenza idrica. Se ne è parlato sabato 28 maggio, in presenza a Cherasco, al convegno "Il nocciolo e gli effetti dei cambiamenti climatici", organizzato da Confagricoltura Cuneo e Cascine Piemontesi, in collaborazione con Ascopiemonte e Piemonte Asprocor.

Secondo l'ultimo convegno mondiale della frutta secca che si è svolto a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti dall'11 al 13 maggio 2022, con i suoi 2,60 kg procapite l'anno, l'Italia è il Paese nel quale si consumano più nocciole al mondo. In Piemonte sono circa 9.000 le aziende impegnate nella coltivazione del nocciolo, su circa 26.000 ettari. A trainare questo trend è la provincia di Cuneo, che conta oltre 4.700 imprese corilicole e oltre 16.000 ettari coltivati a noccioleti. Seguono le provincie di Asti e Alessandria, rispettivamente con 6.119 e 3.601 ettari.

L'intervento iniziale di Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte (Foto: Ufficio stampa Confagricoltura Cuneo)

In apertura di convegno, Enrico Allasia (nella foto sopra), presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, ha dichiarato: "I cambiamenti climatici sono sempre più evidenti e noi agricoltori dobbiamo inevitabilmente tenerne conto. In ambito corilicolo, purtroppo, sono tra i fattori dell'insorgenza di nuove emergenze provocate da insetti che arrivano da oltre Europa e, non trovando qui antagonisti naturali, proliferano creando seri danni alle produzioni. Inoltre anche il nocciolo, specie in alcune aree della nostra provincia, patisce sempre più lo stress idrico dei frequenti e prolungati periodi di siccità".

"Come fare allora a difendere l’eccellente produzione corilicola cuneese e piemontese? Occorre anzitutto investire in ricerca e innovazione, oltre a progettare strategie di gestione della risorsa irrigua che contemplino la realizzazione di invasi. Le risorse, nei prossimi anni, non mancheranno, ma occorre lavorare a progetti che vadano nella direzione della sostenibilità e della valorizzazione della qualità e del territorio".


Un folto pubblico ha seguito il convegno (Foto: Ufficio stampa Confagricoltura Cuneo)

Il programma ha previsto l'intervento di Alessandro Annibali, amministratore delegato New Factor e Ambasciatore per l'Italia dell'INC (International Nut and Dried Fruit Council) il quale ha svolto una dettagliata analisi sul comparto italiano e mondiale della frutta in guscio (vedi notizia correlata).

A seguire, l'intervento di Federico Spanna (nella foto sotto), del settore fitosanitario e servizi tecnico-scientifici della Regione Piemonte, il quale ha illustrato gli effetti del cambiamento climatico sulle aree corilicole piemontesi. In Alta Langa, nel periodo dal 1981 al 2020 sono cresciute sia la temperatura media sia le minime medie. In calo generalizzato, negli ultimi due decenni, anche i giorni di gelo, mentre sono in crescita le notti "calde", a scapito di quelle fredde.


Federico Spanna del settore fitosanitario e servizi tecnico-scientifici della Regione Piemonte, durante la sua presentazione.

"Questi cambiamenti climatici provocano, nel medio e breve periodo, anomalie e fenomeni di senso opposto, irregolarità nella distribuzione delle precipitazioni, sempre più intense, con squilibri nei processi vegetativi e riproduttivi delle piante e il mutamento dell’equilibrio pianta patogeno, con irregolarità nello sviluppo fenologico. Davanti a questo scenario, occorre orientare la gestione colturale a un utilizzo più razionalizzato delle riscorse, servendosi delle innovazioni tecnologiche e della ricerca. Come affrontare il cambiamento? Con attività di previsione, di prevenzione del rischio e di gestione dell'emergenza", ha sostenuto Spanna.


Alberto Alma (DISAFA-Università degli Studi di Torino) e Monica Mezzalama (Agroinnova-Università di Torino) - (Foto: Ufficio stampa Confagricoltura Cuneo) 

Alberto Alma (nella foto sopra a sinistra) del DISAFA-Università degli Studi di Torino, ha trattato invece dei danni causati dalla Popillia japonica nei noccioleti. L'insetto, la cui prima segnalazione risale al 2014 in provincia di Milano, da adulto causa intense defogliazioni localizzate nella parte alta della chioma delle piante. È stata ribadita l’importanza di una lotta integrata contro questa nuova minaccia, finalità cui tutti possono contribuire. Monica Mezzalama (nella foto sopra a destra) di Agroinnova-Università di Torino ha illustrato le attuali conoscenze sul nuovo mal bianco del nocciolo, "oidio turco", che può provocare seri danni alla coltivazione e contro cui è necessario approfondire: lo studio della biologia e l'epidemiologia del patogeno; utilizzare materiale vivaistico sano, oltre ad antagonisti e induttori di resistenza.


Simone Bardella di Agrion

A chiusura del convegno Simone Bardella (nella foto sopra) di Agrion, Fondazione per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese, ha presentato il progetto di ricerca "Nocciola di Qualità", che vede coinvolti anche il settore fitosanitario regionale, DISAFA-Università di Torino e Agroinnova.

"Il nocciolo in Piemonte è una realtà in forte crescita e la Regione rappresenta uno dei poli di produzione più importanti a livello nazionale. Il progetto di ricerca, iniziato in parte nel 2021 grazie all'incontro del tavolo tecnico regionale, nasce con l'intento di valorizzare al meglio la produzione di nocciole piemontesi e, quindi, della varietà Tonda Gentile. Nell'ultimo periodo si sono verificate delle alterazioni a carico dei frutti, dovute a una serie di concause, in particolare l'aumento di patogeni e i cambiamenti climatici in atto", ha spiegato Bardella.

Il progetto "Nocciola di Qualità" si svilupperà nel triennio 2022/2024 ed è suddiviso in 4 sottoprogetti riguardanti: il contrasto alla cimice asiatica; l'avariato e le aflatossine delle nocciole; la cascola preraccolta e il rilascio in campo della vespa Samurai (antagonista della cimice asiatica).


Gianluca Griseri e Roberto Abellonio (Foto: Ufficio stampa Confagricoltura Cuneo)

A chiudere il convegno sono stati il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio, con una presentazione del consorzio Cascine Piemontesi, e Gianluca Griseri, tra gli organizzatori del convegno, il quale ha ricordato l'importanza del servizio tecnico e della consultazione dei bollettini periodici da parte delle aziende. La giornata è proseguita con il "porte aperte" della ditta Chianchia, specializzata nella produzione di macchine per la raccolta, pulizia ed essicazione delle nocciole, seguita da una prova dimostrativa in un noccioleto della zona.