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Invasione di cavallette in Sardegna: è nuovamente emergenza

Da qualche settimana, è di nuovo allerta cavallette in Sardegna. Una vasta zona centrale dell'isola, precisamente la media valle del Tirso, è interessata da una devastante invasione di locustre (cavalletta Dociostaurus maroccanus), che stanno distruggendo molte coltivazioni. 

Una problematica, già ricorrente in Sardegna dal secolo scorso, ma che sembra si sia intensificata negli ultimi 3-4 anni, a causa delle condizioni climatiche favorevoli per la proliferazione di questo insetto, ovvero inverni miti e molto siccitosi. Le infestazioni si verificano con l'arrivo dei primi caldi (temperatura 24-26°C) e possono durare fino a buona parte dell'estate.

Si parla di circa 25mila ettari di terreni colpiti dagli sciami di insetti, la maggior parte di questi relativi alle coltivazione cerealicole e foraggere.  Al momento, per quanto riguarda il comparto ortofrutticolo, non si segnalano grossi danni alle produzioni, perché i territori colpiti dall'invasione sono destinati alla zootecnia, ma le preoccupazioni degli esperti che le locuste possano raggiungere anche zone collinari o comunque dove sono presenti distese di frutteti non mancano. Per adesso, si contano danni solo in alcune aziende che coltivano ortaggi, meloni e angurie.

Questi insetti non hanno una grande capacità di volo, ma si teme che, con la presenza di venti sull'isola, riescano facilmente a spostarsi da un territorio all'altro, andando così a compromettere le aree specializzate nella coltivazione di frutta, specie quelle agrumicole. Avendo un apparato boccale-masticatore, le cavallette privilegiano le foglie e le piante in fase in crescita. Solitamente, la fase di ovideposizione avviene a giugno in terreni incolti, permettendo così alle uova di completare il loro ciclo di crescita. Con l'arrivo del caldo, la schiusa delle uova si moltiplica e il numero delle cavallette aumenta in modo considerevole.

Una delle soluzioni finora adottate e relativamente efficaci, oltre all'insetto coleottero chiamato variabilis mirabilis che si nutre delle uova di cavalletta (magari distribuito con droni), è la lavorazione superficiale dei terreni, che permette la distruzione di grande parte delle uova.