Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Il punto di vista di Mantuafruit

Melone, cali di superficie delle coltivazioni in pieno campo

La contrazione negli ettari coltivati in Italia a melone e angurie nel 2022 è ormai una certezza. O, almeno, questo è quanto si sta verificando presso l'AOP Mantuafruit. "Quest'anno - spiega il direttore Alessio Orlandi - ci saranno meno ettari coltivati per via dei costi in crescita e dei prezzi che non sembrano sufficientemente remunerativi".

Alessio Orlandi e Bruno Francescon

Ma qual è il motivo di questa possibile riduzione? Secondo Orlandi, ci sono almeno tre cause: l'aumento dei costi generali, per cui si prediligono colture estensive in forte richiesta, le vendite in Gdo che non sembrano procedere a ritmi elevati e l'annata negativa del 2021, che ha raffreddato gli entusiasmi verso questa coltivazione.

"Il prodotto precoce coltivato in serra non registra contrazioni, in quanto la preparazione delle strutture permette la messa in produzione di altre colture. Si dovrebbe registrare invece un calo produttivo della produzione in pieno campo, in cui è più semplice convertire la programmazione a favore di colture da seme come mais, sorgo, soia, girasole etc".

"A causa della contrazione delle superfici a pieno campo - precisa Orlandi - specie da parte di quegli agricoltori medio-piccoli che trapiantavano una decina di ettari, prevediamo in generale meno meloni italiani. Noi, avendo una disponibilità inferiore, privilegeremo i clienti storici, quelli cioè con cui ogni anno concordiamo delle programmazioni, a scapito dei clienti occasionali".

In questi giorni, nella Gdo e nei mercati sono presenti i meloni del Senegal e del Marocco, ma le vendite vanno molto a rilento, specie nella GDO di fascia media, mentre nei discount c'è più movimento. La vendita di meloni del Senegal è iniziata in febbraio, mentre quella del prodotto del Marocco in marzo.

Foto d'archivio

La produzione italiana nel sud d'Italia appare in ritardo, probabilmente di una decina di giorni, per cui difficilmente entro Pasqua si avranno volumi importanti di melone italiano.

Anche sul fronte delle angurie, le cose non vanno meglio. Mantuafruit prevede un calo importante degli ettari coltivati a favore di grano e girasole, colture che oggi hanno prezzi elevati. "E' probabile che si avranno contrazioni nella tipologia Crimson, mentre le varietà 'midi' e 'nere' dovrebbero rimanere quasi invariate".

Per maggiore informazioni
Mantuafruit 
Via Retenago 13
46040 Rodigo (MN)
+39 0376-650727
info@melonifrancescon.it