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Se ne è parlato al convegno organizzato dal CIRI Agroalimentare

Packaging: l'innovazione non manca, però chi la paga?

Dal mondo della ricerca non mancano novità sul fronte del packaging e sono in corso ulteriori studi: ma chi paga poi l'innovazione? Il produttore, il trasformatore, la Gdo e/o il consumatore?

Il professor Francesco Capozzi promotore del convegno 

Se ne è parlato poco prima di Natale al Campus degli alimenti di Cesena (Università di Bologna), durante il convegno organizzato dal CIRI Agroalimentare, Tecnopolo Forlì-Cesena, Cluster-ER Agrifood, alla presenza anche del Magnifico Rettore dell'Università di Bologna Giovanni Molari, in una delle sue prime 'uscite' ufficiali dopo l'elezione. Una piccola annotazione sul rettore: è nato a Bologna nel 1973 ed è del settore, in quanto professore ordinario in Meccanica Agraria presso l’Università di Bologna dal 2016, professore associato dal 2010 al 2016 e ricercatore dal 2000 al 2010. 

Il Magnifico Rettore Giovanni Molari, professore di Meccanica Agraria

Introdotto dal docente Francesco Capozzi e moderato dal giornalista di FreshPlaza Cristiano Riciputi, il workshop tecnico ha coinvolto ricercatori e aziende. Massimiliano Ceccarini di Sipo ha concluso il convegno chiedendo: "Ma chi paga l'innovazione? Perché oggi ho scoperto cose nuove e nuove soluzioni sul fronte packaging, che tuttavia hanno un costo, ma chi lo paga? A noi, la GDO chiede sempre maggiori sconti, chiede sostenibilità, confezioni biodegradabili, ma al prezzo di quelle di 20 anni fa".

Incisivo anche l'intervento di Claudio Dall'Agata, direttore di Bestack: "Ogni mattina gli imprenditori della filiera ortofrutticola scendono nell'arena e cercano di sopravvivere. Qui parlo a una platea che comprende molti ricercatori universitari ed è a loro mi rivolgo: collaboriamo sempre di più. Cercate di fare cose che funzionino nel mondo reale, nel nostro settore, e non solo in laboratorio. A noi tocca farvi capire cosa ci serve, e in tempi rapidi, a voi trovare soluzioni ai nostri problemi".

Nicola Panzani dell'azienda IMA spa è stato categorico: "Non si può pensare di abbandonare la plastica da un giorno all'altro; però è possibile virare verso materiali sempre più riciclabili. Fra l'altro, molti non ci pensano ma, riducendo il packaging, si sprecherebbe più cibo perché la funzione principale dell'imballaggio è proprio la protezione".

Nanotecnologie, bioplastiche, nuovi polimeri: Nadia Lotti, ricercatrice del CIRI, ha illustrato le prospettive sempre più concrete del comparto packaging, prospettive che passano da una forte innovazione. "Non si può fare a meno della plastica - ha sottolineato - ma va ripensata con soluzioni più ecosostenibili".

Nadia Lotti

E' stata poi la volta della ricercatrice Francesca Patrignani, la quale ha descritto come l'uso di un film attivo monostrato con lisozima risulti avere proprietà attive, riducendo la presenza di microorganismi (Covid compreso) e allungando la shelf life. 

Francesca Patrignani

"Il packaging è la soluzione, non un problema - ha detto la ricercatrice Santina Romani - e ogni azienda deve scegliere la propria barriera protettiva in funzione delle proprie esigenze e del tempo di decadimento dell'alimento con cui è a contatto". 

Santina Romani

Erano presenti anche l'assessore regionale Emilia Romagna, Paola Salomoni, Dario Maio presidente Serinar, il sindaco di Cesena Enzo Lattuca e Sofia Miceli di ART ER.  

In sala presenti anche Roberto Graziani della Graziani Packaging, Rocco De Lucia e Barbara Burioli di Siropack