Rappresenta non più dell'1% dei volumi agrumi di un retailer medio. Stiamo parlando del pompelmo, un articolo che neppure tutti i grossisti trattano, dato che sviluppa numeri molto limitati.
"Da una ventina di giorni - afferma Paolo Bernardi della ditta Cazzola del Caab di Bologna - il pompelmo è importato in Italia dal bacino del Mediterraneo, mentre prima arrivava dal Sudafrica. Israele è il fornitore principale, ma vi sono anche Spagna, Turchia e Cipro. Quest'ultima nazione sta registrando qualche problema di qualità".
Foto d'archivio
Sul fronte della presentazione del prodotto, i produttori spagnoli curano di più l'aspetto del packaging, con confezioni monostrato oppure da 10 kg, mentre da altre nazioni arrivano le classiche casse da 15 kg.
"Il prezzo all'ingrosso in questi giorni - continua Bernardi che è specialista in frutta esotica - varia fra 1 e 1,20 euro/kg. E' un prodotto di nicchia e un dirigente di supermercato di mia conoscenza dice che rappresenta al massimo l'1% del segmento agrumi".
Il 90% delle vendite è di pompelmo rosso, il 10% giallo o bianco. In Italia viene acquistato molto dal canale catering: i bar lo usano come ingrediente dei cocktail o per spremute, così come gli alberghi lo usano nelle colazioni, specie per la clientela straniera. Agli italiani il pompelmo non piace in maniera particolare.
"Quest'anno, il pompelmo segue il trend di altre referenze importate - conclude Bernardi - cioè prezzi stabili all'origine, ma aumento dei costi a causa di logistica e packaging. Mediamente, il pompelmo deve compiere 4 tratte per giungere a noi, e ogni tratta ha subito almeno un 10-15% di aumento costi. Per questo, alla vendita dobbiamo posizionarlo ad almeno 10 centesimi in più rispetto al periodo pre-Covid".