Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Perche' le piante preferiscono la fibra di cocco?

Per capire i motivi per i quali la fibra di cocco è un terreno di coltura particolarmente efficiente da un punto di vista agronomico, è importante analizzare le differenze tra una coltivazione in piena terra e una in fibra di cocco e confrontare i principali fattori che generano stress a livello delle radici.

"Il comportamento di una pianta è generalmente influenzato dal microclima in serra e da quello della rizosfera dove si sviluppa", ci spiega Juan Manuel García, Product Manager di Projar, azienda leader nel settore distribuita in Italia da Agrochimica Spa.

"Pertanto, l'utilizzo di fibra di cocco di altissima qualità permette alle piante di esprimere al meglio le proprie caratteristiche intrinseche consentendo la miglior risposta vegetativa e produttiva". Le condizioni microclimatiche di una serra saranno simili, indipendentemente dal tipo di coltivazione adottata, quindi per capire le differenze dovremo indagare su ciò che succede a livello radicale.

L’agronomo di Projar, esperto in questo tipo di coltivazione, ci ha spiegato quali sono i cinque tipi di stress che può subire un apparato radicale:

Stress idrico
L'assorbimento di acqua da parte della radice è influenzato da due forze. Da un lato, il potenziale della matrice cioè la forza con cui l'acqua viene richiamata dal sistema radicale, dall’altro, il potenziale osmotico, generato dalla concentrazione degli ioni disciolti nell’acqua circolante (salinità).

Nelle coltivazioni in piena terra, una volta raggiunto l'equilibrio idrico dopo l'irrigazione, si produce una forza di ritenzione superiore a quella che si trova nella fibra di cocco. Questi valori sono ca. 5-30 KPa per il suolo e 1-5 KPa per la fibra di cocco.

In base a questi valori, possiamo affermare che una pianta coltivata in fibra di cocco avrà un minor dispendio energetico rispetto ad una pianta in piena terra per assorbire lo stesso volume d’acqua.

Stress da salinità
Questo tipo di stress influisce negativamente sull'assorbimento dell'acqua. Nel suolo, la mobilità ionica è fortemente influenzata da due fattori: la capacità di scambio cationico (CSC) e la complessità chimica del suolo stesso. In un substrato organico come la fibra di cocco, i cationi sono più mobili e la CSC è prevalentemente occupata da cationi di calcio. Quindi i sali accumulati sono più facilmente lavati per cui è possibile mantenere un livello stabile e ottimale di salinità, al contrario di quello che si verifica in un terreno. 

Stress dovuto alla carenza di ossigeno
Le radici hanno bisogno di ossigeno per respirare, assorbire acqua e sostanze nutritive e per svolgere altre attività metaboliche. La macro-porosità è quella parte del volume totale del substrato occupata da aria. Nella fibra di cocco è sufficientemente elevata per consentire all'aria di occupare un minimo del 30-35% del volume totale subito dopo l'irrigazione. In questo modo, si assicura alle radici l'ossigeno di cui hanno bisogno senza che debbano sopportare periodi di ristagno idrico come invece è inevitabile in un terreno.

Stress termico
La radice dipende fortemente dalle temperature sia nella sua attività biologica di sviluppo e crescita, sia nella sua attività funzionale. La fibra di cocco, essendo di origine organica, possiede un'elevata inerzia termica che garantisce una maggiore stabilità della temperatura nella rizosfera.

Stress dovuto a patologie
Il rischio di malattie radicali è molto più elevato nelle coltivazioni tradizionali in piena terra. Il terreno è infatti un mezzo continuo, dove non ci sono barriere isolanti tra una pianta malata e le sue vicine. La coltivazione in fibra di cocco, essendo costituita da unità isolate, consente di evitare tali infezioni, riuscendo a contenere la diffusione di eventuali agenti patogeni.

Il marchio Projar, con oltre 15 anni di esperienza nel mercato, è distribuito in Italia in esclusiva da Agrochimica Spa.

Per qualsiasi informazione e approfondimento, le aziende Projar-Agrochimica mettono a disposizione le proprie esperienze e competenze anche attraverso un pratico manuale, "Le basi della coltivazione con fibra di cocco", che illustra alcune soluzioni per ottenere i migliori risultati economici.

Si può scaricare la guida sulla fibra di cocco gratuitamente da questo link: https://bit.ly/376AbYl

Per maggiori informazioni:
PROJAR
La Pinaeta s/n · Polígono Industrial de Quart de Poblet, 46930 Quart de Poblet, Valencia (España)
Tel: +34 961 597 480
www.projar.es

Data di pubblicazione: