"Per noi commercianti di clementine e, di conseguenza, per i produttori è un momento di confusione. Giorni in cui bisogna stringere i denti e aspettare che questa fase di tribolazione passi al più presto". E' quanto riferisce un'azienda tarantina specializzata nel commercio di agrumi, che aggiunge: "A peggiorare le cose sono state le abbondanti piogge dei giorni scorsi negli areali maggiormente specializzati in agrumicoltura, dove iniziano problemi di tenuta dei frutti".
"Una problematica che riguarda specialmente la Piana di Sibari (nei comuni come Corigliano, Sibari, Rossano etc), con una percentuale del 20-30% di prodotto macchiato su ogni 100 kg di clementine raccolte, ma che interessa, seppur in percentuali molto limitate (3-4%), anche l'arco jonico pugliese". (Nella foto a destra: visibili i fenomeni di marcescenza sui frutti).
"Terminata l'iniziale euforia della campagna agrumicola, da due settimane si registra un calo dei consumi di circa il 30% per le clementine: una riduzione della domanda attribuibile alla pandemia e all'incertezza commerciale che essa comporta, con conseguente tendenza al risparmio delle famiglie. I prezzi di vendita al produttore sono scesi da 0,30-0,35 €/kg a 0,10-0,15 €/kg, quotazioni che sono soggette a ridursi ulteriormente in casi di finte contestazioni da parte di agenzie intermediarie estere".
Nella foto a sinistra: clementine di qualità non elevata. A destra: frutti non completamente maturi.
"Le clementine che si stanno commercializzando in questo periodo, malgrado la pezzatura medio-piccola, sono ottime, con gradi brix variabili da 15 a 19%. Gli agricoltori, però, con il timore di perdere ulteriormente denaro e con la voglia di vendere la merce al più presto, sono disposti a cedere le loro produzioni anche a prezzi più bassi, raccogliendo anche quando il frutto non è ancora completamente maturo. Questo è un grave errore, bisogna resistere e attendere un paio di settimane quando, con l'arrivo delle festività, le cose potranno cambiare".