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Ricerca e trasferimento dell'innovazione per le OP del pomodoro da industria

Si sta concludendo il primo anno di attività del progetto biennale di ricerca applicata "Tecniche agronomiche innovative per elevare il contenuto di sostanza secca ed il grado brix nel pomodoro da industria" con la responsabilità scientifica del CREA Orticoltura e Florovivaismo di Pontecagnano e coordinato da Italia Ortofrutta Unione Nazionale e co-finanziato da 11 Organizzazioni dei Produttori del comparto associate all'Unione (APOPA, AOA, APOC Salerno, OP Terra Orti, Assodaunia, OP Mediterraneo, OP Ortofrutta Sol Sud, Asport, OP Ferrara, AS.I.P.O, APO Gargano).

Migliorare la qualità del pomodoro da industria in termini di contenuto in solidi solubili (grado Brix) e solidi totali (residuo secco) mediante innovazioni nelle tecniche di coltivazione in campo e trasferire i risultati di una ricerca scientifica ad "ad hoc" alle OP del comparto per aumentare la competitività delle aziende sul mercato e la valorizzazione del prodotto venendo incontro alle richieste dell'industria di trasformazione e del consumatore, sono queste le finalità operative del progetto di ricerca applicata. 

"Siamo sempre stati convinti - spiega Vincenzo Falconi, direttore di Italia Ortofrutta - della necessità di avere un legame più stretto tra il mondo produttivo e quello della ricerca applicata necessario per introdurre innovazioni che aiutino le nostre OP a competere ed a realizzare un prodotto migliore".

"E' per questo - prosegue Falconi - che utilizzando l'opportunità della misura 4 'Ricerca e produzione sperimentale' dei programmi operativi abbiamo raccolto i fabbisogni di ricerca dei nostri associati e stimolato la realizzazione di un progetto di miglioramento della qualità che coinvolgesse un elevato numero di OP e che facesse comunicare, attraverso la costituzione di una apposita cabina di regia, coordinata dalla Unione, il mondo della ricerca con quello della produzione". 

La cabina di regia

Le prove sperimentali sono state realizzate su terreni ubicati in tre ambiti rappresentativi dei diversi areali di coltivazione del pomodoro da industria ovvero Emilia Romagna, Campania e Puglia in cui sono state svolte le seguenti attività: apporti (ulteriori) di potassio per via fogliare, utilizzo di antitraspiranti e biostimolanti a base di molecole attive o di microrganismi, gestione controllata dell'irrigazione e confronto varietale tra ibridi, di recente immissione sul mercato e altri di riferimento, già ampiamente utilizzati, negli ambienti di prova. 

"Considerando le condizioni climatiche non favorevoli alle coltivazioni (temperature decisamente basse fino a metà giugno seguite da impennate di caldo eccessivo, fino a fine coltura, in tutti e tre gli ambienti, e abbondanti e frequenti piogge, ad inizio ciclo, per gli areali della Campania ed Emilia Romagna) - afferma Mario Parisi, ricercatore CREA OF di Pontecagnano e responsabile scientifico del progetto - le produzioni registrate nei tre siti di prova sono in risultate in linea con l'andamento della campagna pomodoricola del 2019: decisamente negativo in Campania per i trapianti precoci, eccellente a Foggia (e in altri areali del Meridione), buono nell'area parmense, importante bacino pomodoricolo del Nord Italia. Presso il CREA OF di Pontecagnano stiamo ultimando le analisi tecnologiche per verificare l'effetto dei trattamenti applicati sulla qualità del pomodoro fresco nel primo anno di prova del progetto".

"Un ringraziamento particolare va alle 11 OO.PP. che hanno creduto nel progetto e soprattutto ai responsabili tecnici delle OP che insieme ai loro rispettivi staff tecnici hanno fatto squadra e condotto le prove sperimentali con dedizione e passione" aggiunge Parisi. 

Davide Previati, responsabile tecnico dell'OP ASIPO, è stato particolarmente impegnato per le prove dell'areale del nord Italia. Previati dichiara: "E' stato un lavoro impegnativo e meticoloso dal punto di vista scientifico, ma è cosi che si fa sperimentazione in un'agricoltura che vuole progredire e stare al passo con i tempi; è mia premura inoltre ringraziare tutto lo staff di tecnici che ha collaborato con me senza il quale non sarebbe stato possibile portare a termine la sperimentazione". 


Prove in campo in Emilia-Romagna

Anche Giuseppe Caruso della OP APOPA, impegnato nella prova di Marigliano (provincia di Napoli), esprime soddisfazione per il lavoro di questa prima annualità: "Il contesto climatico ambientale di questa annata non è stato dei più favorevoli per la coltivazione del pomodoro ma, se vogliamo perseguire il trasferimento delle innovazioni è necessario che le prove vengano fatte nelle stesse condizioni in cui si trovano ad operare i nostri produttori". 


Prove in campo in Campania

Nella foto a destra: prove in campo in Puglia

Soddisfazione viene espressa anche da Michele Iacullo dell'OP Ortofrutta Sol Sud che ha condotto le prove nell'areale di Foggia: "Mi occupo di pomodoro e di coltivazioni da sempre, sono per natura curioso e portato a cercare sempre nuove tecniche. Questo progetto mi ha consentito di confrontarmi ancora di più con i colleghi di altre zone di produzione e con i tecnici dei nostri istituti di ricerca. Se veramente riuscissimo ad avere un maggiore scambio con tali Enti sicuramente il nostro settore potrebbe progredire più velocemente".

A breve verranno divulgati i risultati relativi alla prima annualità e resi disponibili anche sul sito di Italia Ortofrutta.

Data di pubblicazione: