Anche le nanotecnologie possono essere applicate per regolare l'ambiente protetto di una serra, specie in ambienti dalle condizioni climatiche non semplici. E' quanto è in grado di mettere in campo la Idromeccanica Lucchini, specialista nella progettazione e costruzione di serre.
"Sono tanti gli accorgimenti da mettere in campo - spiega Matteo Lucchini - quando si realizzano serre in zone dalle condizioni climatiche difficili. Ad esempio, negli ultimi tempi abbiamo incrementato gli interventi nel bacino indocinese, in Thailandia, Pakistan, zona del Golfo in Medio Oriente e, dall'altra parte del mondo, in Sud America. Vi sono zone in cui l'insolazione e la temperatura sono così elevate che, in condizioni normali, non sarebbe possibile coltivare. Ma, grazie all'innovazione, riusciamo a climatizzare una serra; in pratica, capovolgiamo il concetto arrivando a raffrescare l'ambiente".
Applicando le nanotecnologie è possibile creare uno scudo contro i raggi infrarossi, mantenendo inalterata la trasmittanza. Ciò significa che la quantità di luce che giunge alle piante non si modifica, però all'interno la temperatura viene abbassata di diversi gradi rispetto a una serra normale. Vi è poi un aspetto di economicità: un telo del genere ha una durata maggiore, in quanto i raggi vengono riflessi. In taluni casi, si può giungere a un raddoppio della durata.
"Sempre in condizioni climatiche con temperature e umidità elevate - precisa Lucchini - la climatizzazione si avvantaggia di soluzioni quali i pannelli adiabatici con estrattori di umidità, lunghezza delle campate ridotta a vantaggio della replica dei moduli. Siamo in grado di fornire le serre chiavi in mano, dalle più piccole fino a decine di ettari. Impiantistica compresa, con un accompagnamento del cliente passo dopo passo, fin dalla progettazione".
In casa Lucchini, sperimentazione e innovazione vanno di pari passo. Senza la prima, non può esservi la seconda: è la filosofia aziendale. Fra le ricerche in atto, vi è quella relativa a un nuovo concetto di serra da allestire in una zona con clima molto secco e temperature elevate.
"Si tratta del concetto di serra semichiusa - spiega Lucchini - dove tendenzialmente andiamo a filtrare lo scambio di aria. Vi è un extra involucro che controlla tutta l'aria di scambio, così da controllare le masse d'aria che rimangono all'interno della serra, evitando gli scambi con l'esterno, dove le condizioni climatiche non permetterebbero la coltivazione. L'investimento tecnologico iniziale è importante, ma poi i costi operativi sono bassi".
La serra classica in ferro e telo diventa così un laboratorio di innovazione che la rende più competitiva rispetto a quelle in vetro, anche in condizioni climatiche estreme.
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