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Qualsiasi modello futuro di agricoltura sceglieremo, non potra' prescindere da scienza e innovazione

Come noto, negli ultimi giorni FreshPlaza ha ospitato sulle sue pagine un fitto e argomentato dibattito tra opposte (e in larga parte inconciliabili) posizioni relative al Decreto legge sul biologico, in discussione al Parlamento italiano (vedasi in calce la cronistoria degli interventi).

Pur nel rispetto delle diverse opinioni, la nostra posizione è sempre stata e sempre sarà a sostegno del metodo scientifico come unica strada percorribile dall'uomo per interpretare la complessità dei fenomeni naturali e del mondo che lo circonda.

Lo scienziato esprime l'approccio più umile e circospetto possibile nella ricerca della verità, in quanto le sue ipotesi sul reale sono sempre "teorie passibili di falsificazione". Cioè, lo scienziato è pronto a rinunciare a qualunque interpretazione, per quanto affascinante essa sia, non appena i dati di fatto la smentiscano. Non gli è concesso, insomma, affezionarsi più di tanto alle proprie convinzioni, in quanto fragili e sempre fallibili.

Un atteggiamento filosofico ed epistemologico che sarebbe auspicabile vedere più spesso applicato in tutti gli ambiti della nostra esistenza, dove spesso prevalgono preconcetti, falsi dogmi, schematismi mentali, convinzioni di comodo e pure e semplici ipocrisie. Il metodo scientifico non ammette nessuna di queste "illusioni cognitive", e forse per questo è inviso a quanti non hanno alcuna intenzione di sottoporre le proprie posizioni alla luce abbagliante della disamina critica.

La costanza e ripetibilità dei risultati, la loro oggettiva misurabilità e rilevanza statistica, l'efficienza e l'efficacia dei processi: questi solo sono i parametri che possono orientare le scelte, a maggior ragione in un settore, come l'agricoltura, dal quale dipende il nostro sostentamento.

Pensare che il modello agricolo del futuro possa farsi beffe del metodo scientifico o possa "discriminare" per partito preso innovazioni rivoluzionarie quali (tanto per citarne alcune) la ricerca genetica, la serricoltura avanzata, l'uso dell'ICT, delle tecniche 4.0 o della robotica in campo e nei processi di filiera non è solo anti-storico, è estremamente pericoloso.

Oggi che l'antropizzazione degli ambienti naturali ha raggiunto il punto di un "effetto boomerang" di colossali proporzioni, tale per cui la nostra stessa sopravvivenza come specie è posta in bilico, sognare il ritorno tout court a una dimensione bucolica e di "pacificazione" sostenibile tra Uomo e biosfera rischia di rimanere tale - un sogno, appunto - se si ritiene di poterlo realizzare facendo a meno (e anzi respingendo addirittura a livello concettuale) le frontiere più avanzate che la Scienza è in grado di esprimere.

Per il padre del metodo scientifico, Galileo Galilei, costretto all'abiura, si sono dovuti attendere secoli per una piena riabilitazione anche da parte di chi l'aveva condannato; l'agricoltura e l'approvvigionamento di cibo non hanno tempi tanto lunghi di fronte a loro per poter rimediare ad eventuali decisioni avventate. 

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