E' sconsolato l'agricoltore della provincia di Ravenna che, in questi giorni, ha dovuto abbattere poco meno di due ettari di pescheto a causa della Sharka, virosi che in Emilia Romagna è endemica e ormai impossibile da eradicare.
Le piante di pesco abbattute e triturate, pronte per fungere da biomassa, in zona Ravenna
"Si trattava di piante di sei anni di età - racconta l'agricoltore - e che quindi erano nel pieno della produzione. Avevo di fronte altri 5 anni di raccolto che sarebbero serviti per cominciare a guadagnare dopo aver coperto i costi di impianto e gestione. Invece ho dovuto abbattere tutto a causa della malattia".
I La cartografia delle zone dell'Emilia Romagna dove Sharka è endemica
I primi sintomi sono comparsi nel 2017, con circa un 15% di piante colpite. L'abbattimento di queste è stato immediato, nella speranza di contenere il danno. Ma così non è stato e, quest'anno, le piante colpite erano già salite al 30%, perciò si è reso indispensabile l'abbattimento di tutto l'impianto.
Il problema Sharka è esploso in Emilia Romagna, specie nella zona di Cesena, 20 anni fa, nel 1998. Da allora, le cose sono andate peggiorando: gli agricoltori con riluttanza, e sempre in ritardo, hanno effettuato gli abbattimenti; gli enti pubblici hanno risarcito poco e in ritardo; ciò ha favorito l'avanzare della malattia invece che il suo contenimento.
Sharka è endemica dove vi è pesco: dal bolognese a Cesena, con zone colpite anche in provincia di Modena. Ma pure le altre zone peschicole importanti, come ad esempio in Basilicata, non sono immuni.
Fiore di pesco con evidenti sintomi di Sharka, fotografato in Basilicata nella scorsa primavera
Frutti con evidenti segni della malattia sono arrivati pure nella grande distribuzione (cfr. FreshPlaza del 9/07/2018), segno che i controlli sono piuttosto blandi. Le Op, in genere, sono piuttosto rigorose e l'agricoltore in questione è socio di una cooperativa con la quale ha concordato il tempestivo abbattimento, non appena raggiunta la soglia di pericolo.