I surgelati piacciono: Orogel cresce dell'11 per cento in sei mesi
La conferenza stampa di presentazione dei dati di bilancio
"La crescita è importante - ha precisato Foschi - perché il confronto è sul primo semestre 2016 che già aveva segnato un + 10%".
"Tuttavia abbiamo qualche preoccupazione - ha aggiunto Piraccini - per il secondo semestre, perché la siccità andrà inevitabilmente a diminuire i volumi a disposizione".
Pur avendo Orogel diversi siti produttivi sparsi in diverse zone d'Italia, la siccità è stata trasversale e quindi non vi sono zone indenni. Agosto è tradizionalmente il mese delle semine per le colture autunnali; stavolta, invece, buona parte di esse sono state posticipate o annullate per via della mancanza di acqua o a causa dei terreni non adatti per le lavorazioni pre-semina. In particolare, le colture a foglia come spinaci, erbette e cicoria ma anche i fagiolini risultano quelle più in crisi.
La nuova cella Orogel in costruzione a Cesena
"Di fronte alle quantità minori - ha detto Piraccini - non ricorreremo alle importazioni. Non possiamo tradire la nostra linea che è quella di offrire al consumatore solo prodotto coltivato in Italia. Avremo meno prodotto e venderemo meno, ma questo non è importante quanto il rapporto di fiducia con i clienti".
Ma c'è un altro comparto in cui Orogel sta ottenendo soddisfazione. E' quello delle confetture, che segnano un aumento del 23%. Si tratta di quantità ancora basse, attorno alle 3000 tonnellate, ma in costante sviluppo. Orogel ha deciso di aggredire la fascia premium e quella del biologico e i risultati stanno pagando, tanto che sono partiti i primi container per gli Stati Uniti. Qui, la confettura Orogel viene venduta nel circuito a marchio "Marcella".
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