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Intervista a Tiberio Rabboni, presidente dell'Organizzazione interprofessionale del Nord

Pomodoro da industria, cosa aspettarsi dal 2017

Siamo in pieno inverno, ma è proprio in questi momenti che si deve pensare alla prossima stagione produttiva. E una filiera fondamentale è quella del pomodoro da industria.

Da un paio di mesi, il presidente dell'Organizzazione interprofessionale del nord d'Italia è Tiberio Rabboni, 64 anni, già assessore all'agricoltura della regione Emilia Romagna per due mandati. Chi lo conosce, sa che si tratta di una persona di buon senso che preferisce il dialogo allo scontro. Può essere la persona giusta affinché i rapporti fra produttori e trasformatori convergano nell'interesse di tutti. Grazie alla sua lunga esperienza di assessore, conosce tutti i meccanismi e gli operatori del settore. Far andare d'accordo tutti, comunque, non sarà facile.

FreshPlaza (FP): Nel Nord Italia alcuni trasformatori non hanno ancora saldato le spettanze 2016 delle OP del pomodoro. Si parla di una cifra consistente. Qual è esattamente la situazione?
Tiberio Rabboni (TB): La situazione è circoscritta a un paio di casi che mi auguro possano risolversi a breve. Come noto, i contratti tra trasformatori e organizzazioni dei produttori stabiliscono, coerentemente con quanto previsto dall'articolo 62 della Legge 27/2012, il pagamento a 60 giorni, quindi il pomodoro di luglio viene pagato al 30 di settembre, quello di agosto al 31 di ottobre, quello di settembre al 30 di novembre e quello di ottobre al 31 dicembre. Dai controlli effettuati dall'OI è emerso che a fine dicembre due imprese di trasformazione non avevano ancora corrisposto alle OP fornitrici circa 15 milioni di euro, corrispondenti al 9,5% del compravenduto nel Nord Italia.

FP: Quindi due casi di inadempienza contrattuale tra privati. Ma l'OI cosa può fare?
TR: Intanto facciamo i controlli sistematici sulla correttezza dei pagamenti, cosa che in altre realtà non si fa. Chi aderisce all'OI è tenuto a fornire periodicamente lo stato dei pagamenti effettuati per dare modo all'Interprofessione di rilevare e segnalare agli associati eventuali ritardi o mancate liquidazioni. Una volta rilevato il ritardo, si interviene per sollecitare il pagamento, verificando assieme all'OP creditrice l'affidabilità dell'impegno del trasformatore e le eventuali garanzie. Quando l'impegno non è considerato adeguato o sufficiente, la situazione dell'insolvente viene comunicata a tutte le OP del pomodoro perché ne traggano le dovute conseguenze e il Comitato dell'OI assume le determinazioni del caso.



FP: Ma il pomodoro da Industria non avrebbe bisogno di una OI nazionale? Che senso ha la divisione fra Nord e Sud?
TR: Certamente. Però tra il dire e il fare c'è spesso di mezzo il mare. L'OI nazionale non è mai decollata perché le differenze tra Nord e Sud Italia nei rapporti di filiera e nella organizzazione della produzione del pomodoro sono davvero tante e importanti. Da noi i tempi erano maturi; altrove probabilmente no. Questo però non ha mai significato autoreferenzialità o rinuncia a una dimensione nazionale, che invece consideriamo assolutamente strategica. Per questo abbiamo salutato con convinzione la nascita presso il Ministero di un tavolo sul pomodoro da industria e consideriamo l'imminente riconoscimento della nostra OI da parte del Mipaaf uno stimolo anche all'evoluzione dell'esperienza del Distretto del pomodoro del Centro-Sud Italia, con cui peraltro collaboriamo da tempo su vari fronti.

FP: Qual è il bilancio della campagna 2016?
TR: Nel Nord Italia la produzione è aumentata del 6% rispetto all'anno precedente, mentre nel Centro-Sud è diminuita del 13%. Anche a livello mondiale è diminuita dell'8%. L'incremento del Nord è stato favorito da un andamento climatico particolarmente positivo che ha determinato una resa elevata (la maggiore degli ultimi sei anni) e un grado Brix in linea con la media quinquennale. Complessivamente sono state prodotte 2.773.146 tonnellate, quantitativo superiore a quello fissato nel range dell'Accordo quadro d'area Nord per la determinazione del prezzo a riferimento 2016, compreso tra 2.350.000 e 2.550.000 tonnellate, cosa che ha fatto scattare la penale prevista dall'accordo.



FP: Quindi la programmazione produttiva non ha funzionato.
TR: Direi che ha funzionato per quasi tutti, non per tutti. I casi di scostamento si contano infatti sulle poche dita di una mano. Anche per questo stiamo lavorando a un perfezionamento del meccanismo di programmazione eliminando, per esempio, la penalizzazione generalizzata quando lo splafonamento del range concordato è attribuibile solo a qualcuno, e non a tutti. Quel qualcuno va penalizzato, non gli altri. Comunque, al di là delle penalizzazioni, degli aggiustamenti e degli imprevisti, la programmazione per funzionare ha bisogno soprattutto di convinzione, di correttezza e lealtà di tutti coloro che sottoscrivono volontariamente le quantità massime.

FP: Quali sono gli obiettivi dei prossimi mesi?
TR: Entro le prime settimane di febbraio è indispensabile che gli organi dell'OI approvino il perfezionamento del meccanismo di programmazione produttiva, in modo che trasformatori e OP, nella loro autonomia, riescano a sottoscrivere l'Accordo quadro d'Area, propedeutico ai singoli contratti di fornitura tra trasformatori ed OP, prima del periodo delle semine.

In secondo luogo vorrei che l'OI contribuisse ad attivare alcune importanti opportunità di cofinanziamento pubblico a favore della filiera, soprattutto per quanto riguarda l'innovazione finalizzata a ridurre i costi e l'impatto ambientale della filiera, nonché ad aumentare resistenza, rese e qualità del prodotto agricolo. Penso in particolare ai "contratti di filiera e di distretto" promossi e finanziati dal Mipaaf e ai Gruppi Operativi per l'Innovazione finanziati dal PSR.

Senza trascurare la ricerca di più efficaci sistemi di valorizzazione commerciale di quel "plus" di qualità e di sostenibilità ambientale e sociale che contraddistingue il pomodoro del nord Italia, prodotto rispettando "diritti" e "contratti" e osservando sul 100% delle superfici coltivate i disciplinari di produzione integrata e di produzione biologica.