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Se n'e' parlato in occasione di Orticoltura Tecnica in Campo

Fusariosi della lattuga: come difendersi tra buone pratiche e varieta' resistenti

La sessione pomeridiana del secondo giorno della 15esima edizione di Orticoltura Tecnica in Campo (cfr. FreshPlaza del 28/01/2016), organizzata da Idromeccanica Lucchini e Ferrari Costruzioni Meccaniche, è stata dedicata in gran parte alla fusariosi (o fusarium) della lattuga e alle tecniche per contrastarla.


La sede dell'Idromeccanica Lucchini, dove si sono svolti convegni in occasione di Orticoltura Tecnica in Campo.

Perché una sessione alla fusariosi della lattuga? La ragione la spiega bene Marco Mammella, patologo della Bayer Crop Science, intervenuto ieri: "In alcuni areali – spiega – è diventato un fattore limitante, con perdite anche del 60/70%". Tanto più quest'estate, per una malattia che come noto va a nozze con le temperature elevate, con l'optimum per la sua crescita compreso tra i 24 e i 28 gradi.


Marco Mammella, patologo della Bayer Crop Science, durante l'intervento di ieri, 28 gennaio 2016.

La fusariosi è oggi una fitopatia abbastanza nota. Individuata nel '67 in Giappone, dove si ritiene sia nata e da dove poi si è diffusa anche fuori dai confini del Sol Levante, negli Anni '90 venne individuata prima in California, uno dei maggiori produttori mondiali di lattuga, poi in Arizona. Nel 2000 la sua scoperta in Portogallo e in Italia, nella Piana del Sele, nel bergamasco e nel bresciano (proprio a due passi da Guidizzolo nel mantovano, dove si svolge Orticoltura Tecnica in Campo, ndr).

Si diffonde per 'clonazione', tant'è che si stima che la sua prima causa di propagazione sia stato uno l'uso di sementi e piante già infette e, in secondo luogo, l'uso di attrezzature e macchinari che da una zona infetta venivano utilizzati un una fusariosi-free, fino a contaminarla. Anche l'uso di acqua contaminata e i residui vegetali nel terreno (il fusarium è un fungo in grado di produrre, per sopravvivere, clamidospore che possono resistere anche 3 anni) contribuiscono alla sua diffusione.

Come combatterla? Prima di tutto – come emerso dal convegno – si parte da alcune piccole buone prassi come l'usare materiale sano e non trasportare la fusariosi da un campo infetto a uno sano. Invece "con i metodi chimici – riprende Mammella – l'abbattimento non è totale e oggi di prodotti registrati per la fusariosi della lattuga non ce ne sono".


Il pubblico nei seminari di ieri pomeriggio a Guidizzolo (MN).

Per contro è emerso che hanno un effetto positivo, spiega il patologo della Bayer, "la sterilizzazione al vapore e la solarizzazione: temperature di 55 gradi per un mese abbattono del 90% la densità di inoculo". Allo stesso modo, è stato sottolineato che funziona sia tenere il campo incolto sia effettuare la rotazione colturale, specie se si usano brassicacee. "Una rotazione di un anno con il cavolo è in grado di abbattere dell'86% le spore, mentre tenere il campo incolto per 1 anno le riduce della stessa percentuale, per arrivare al 100% dopo 3 anni".


Prove in serra durante Orticoltura Tecnica in Campo 2016.

Altra soluzione: impiantare varietà di lattuga fusariosi-resistenti. Negli ultimi anni praticamente tutte le aziende sementiere hanno sviluppato le proprie varietà anti-fusarium, con un però: "la genetica della resistenza non è ancora completamente chiara", chiosa Mammella. Tradotto: nella lattuga esistono più 'interruttori genetici' che determinano la resistenza o meno e non tutti sono ad oggi conosciuti. Ciò ha portato anche a casi piuttosto singolari, con varietà che da outsider sbancano il botteghino.

Tra le lattughe iceberg, la sementiera Nunhems della Bayer produce una varietà resistente: la Elsol, cultivar estiva in commercio da tre anni, per trapianti primavera/estate (dal 10 aprile al 25 agosto) e ideale anche per l'industria, visto che la testa chiude subito e ha elevate rese in bianco. Ebbene, spiega William Cavalieri, della Bayer, questa varietà "nei nostri test scientifici non ci risultava fusariosi-resistente, ma trapiantata in campi contaminati sopravviveva e dimostrava comunque una bona resistenza". Insomma: basta che funzioni.


William Cavalieri, della Bayer, ieri a Orticoltura Tecnica in Campo 2016.

Tra le gentiline invece dall'anno scorso, Bayer ha lanciato la Bataille, varietà resistente sia al fusarium che alla Bremia, flessibile per il pieno campo e adatta per trapianti da fine marzo/inizio aprile fino ai primi di settembre: facilmente lavorabile nell'incassettamento. Tra le batavie rosse invece, il catalogo Nunhems comprende la Kiari, di colore appunto scuro, per un trapianto in pieno campo dalla primavera all'autunno e in serra in inverno.


La lattuga varietà Bataille prodotta dalla Nunhems, della Bayer: è resistente alla fusariosi. (Fonte foto: Nunhems)

Servirà invece ancora un po' di pazienza per un'altra gentilina resistente targata Bayer e non ancora in commercio: la NUN 05378. Per trapianti da inizio aprile a inizio settembre, presenta un volume più compatto di Bataille; dal colore biondo uniforme, è ideale laddove si usa la pacciamatura del terreno. Oltre che alla fusariosi, è certificata come resistente alla Bremia e agli afidi. "Non è ancora una cultivar commerciale, vedremo cosa accadrà nei prossimi mesi", chiosa Cavalieri.

Durante i convegni di ieri 28 gennaio 2016 a Orticoltura Tecnica in Campo, anche la sementiera Vilmorin (del gruppo Limagrain) ha presentato le proprie varietà di lattuga resistenti alla fusariosi: si tratta di una batavia adatta al trapianto primaverile e autunnale: Maradone. "Quest'anno testeremo a Rimini e a Mantova una batavia estiva (FDL), con un torsolo più piccolo", spiega Alessandro Basaglia, commerciale della Vilmorin per il Nord Ovest dell'Italia e l'Emilia Romagna.


Alessandro Basaglia, della Vilmorin.

Questa edizione 2016 di Orticoltura Tecnica in campo si concluderà oggi 29 gennaio 2016. Al mattino, nella sede di Ferrari Costruzioni Meccaniche le prove in campo delle macchine del settore. Al pomeriggio, nella sede della Idromeccanica Lucchini, altri seminari, dalla movimentazione merci, alla coltivazione idroponica, alla tracciabilità.

Segreteria organizzativa Orticoltura Tecnica in Campo:
Tel.: (+39) 0376 1623216
Fax: (+39) 0376 840205
Email: fiera@ferraricostruzioni.com
Web: www.orticolturaincampo.com