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DiagnoChrome: tecnologia per il rilevamento rapido della muffa grigia nei mirtilli

Negli ultimi 10 anni, secondo il Comitato cileno mirtilli (Chilean Blueberry Committee), il Cile si è posizionato come secondo maggior produttore di mirtilli del mondo, con oltre 15.000 ettari coltivati e un fatturato di oltre 600 milioni di dollari.

Tuttavia durante l'ultima stagione, il problema della muffa grigia (o botrite), ha causato oltre 85 milioni di dollari di perdite sulle esportazioni, rappresentando l'impatto di gran lunga più negativo sul settore. Ma adesso una tecnologia innovativa promette di ridurre i costi di analisi per il rilevamento delle fitopatie sui mirtilli.

"Non vogliamo che sia l'agricoltore a dover inviare i campioni al laboratorio, ma vogliamo portare il laboratorio agli agricoltori", ha detto il biotecnologo vegetale Andrea Donoso, coordinatore del progetto DiagnoChrome presso il Centro di Biotecnologie dell'Università de Concepción (CB-UdeC) in Cile, finanziato dal bando FIA 2015 per giovani innovatori.

"Abbiamo compreso che un elemento chiave per l'esportazione dei mirtilli è avere un metodo rapido ed economico per rilevare l'eventuale presenza di muffa grigia – continua Donoso - pertanto abbiamo sviluppato questa tecnologia, che chiunque, senza avere una conoscenza avanzata di patologia vegetale e biologia molecolare, sia in grado di utilizzare per effettuare una diagnosi rapida (meno di un'ora). Un cambiamento di colore del campione da analizzare indica la presenza di DNA del fitopatogeno. Ad oggi ci sono pochissime tecniche applicate direttamente in campo, e se ci sono, sono molto costose".

"DiagnoChrome nasce all'interno dell'area di Bioeconomia nel CB-UdeC come metodo di rilevazione dei patogeni", spiega Sofia Valenzuela, ricercatrice e vice direttrice del Centro di Biotecnologie, che fornisce anche il supporto accademico al progetto con il dottor Ernesto Moya della Facoltà di Agraria UdeC.

La dott.ssa Valenzuela, nell'evidenziare come la tecnologia CB-UdeC miri a stimolare l'imprenditorialità locale, dice: "L'idea di applicare strumenti molecolari per la rilevazione di fitopatogeni è stata eseguita per molti anni in vari laboratori di biologia molecolare in Cile e nel mondo. La novità di questo kit è che rileverà patogeni direttamente in campo in modo rapido, semplice ed economico. Come CB-UdeC, puntiamo a portare nuove tecnologie sul mercato, obbligandoci a pensare in modo diverso, a essere innovativi, creando nuovi prodotti che abbiano un impatto positivo sulla regione e sul Paese."

Da parte sua Ernesto Moya, che ha anche lavorato alla creazione e applicazione di agrofarmaci per il controllo delle malattie, aggiunge: "Questo può essere un buono strumento per prendere decisioni. L'effetto del clima, con primavere molto asciutte e altre stagioni molto piovose, ha reso inadeguati i tradizionali programmi di gestione della difesa delle piante; pertanto si devono trovare nuovi strumenti per il processo decisionale e il controllo delle malattie da una prospettiva diversa. Questa tecnologia sta andando in questa direzione, valutando la necessità del trattamento fungicida a seconda della presenza o meno del patogeno nell'ambiente".

Donoso conclude confermando l'impatto positivo di questa innovazione: "Siamo già stati in grado di rilevare piccole concentrazioni di DNA del patogeno, ciò dimostra che il metodo è sensibile al pari dei sistemi diagnostici attualmente disponibili sul mercato. Questo è solo un modello su cui stiamo lavorando per validare la tecnologia; in futuro speriamo di avere una piattaforma più ampia che comprenda i vari funghi o batteri di importanza per l'agricoltura nazionale, sia sui mirtilli sia su altre colture di interesse".