
Da sinistra Maria Gabriella Marchetti, Università di Ferrara, Salvatore Dell'Arte, Ettore Cagna, Pierluigi Castello, Luciano Trentini e Sandro Colombi.
Luciano Trentini, vicepresidente del gruppo di esperti Qualità e Promozione della Commissione europea, ha aperto i lavori evidenziando come, su un totale di quasi 600mila tonnellate di angurie prodotte in Italia, solo il 35% sia composto da miniangurie. La Spagna, invece, che produce circa gli stessi volumi totali, ha optato quasi completamente per le angurie di taglia mini e media, dimostrandosi molto più competitiva di noi nell'export. Soprattutto verso il Nord Europa.

Così, proprio per permettere ai produttori italiani di minirosse di presentarsi sui mercati esteri con maggiori chance di successo, Lamboseeds ha messo a punto un progetto che prevede innanzitutto la caratterizzazione del prodotto: frutto piccolo (identificazione di calibro/peso), forma rotonda, elevata qualità della polpa (colore rosso intenso, di polpa croccante, ecc.), grado zuccherino sopra gli 11 gradi brix, buccia sottile, presenza di pochi semi.
L'innovazione, poi, deve essere distintiva, rendere cioè il frutto riconoscibile per contenuto in licopene, zuccheri, antiossidanti, sostanza secca e così di seguito.

Il progetto prevede anche lo studio del gradimento del consumatore e la presentazione di parametri qualitativi unici e ben definiti, come anche delle caratteristiche salutistiche.
Il marchio (Minirossa?) sarà dunque unico per parametri qualitativi, innovativo (perché raccoglie intorno a sé tutta la filiera) e qualificante del prodotto made in Italy destinato all'export.
Già dalla prossima settimana sono in programma le riunioni per definire il nome del marchio e le procedure per presentare il progetto all'estero.