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In futuro l'uomo otterra' dal mare il 16% dell'acqua che consumera'

Secondo gli ultimi dati dell'ONU, entro il 2030 l'uomo dovrà far fronte a un deficit di approvvigionamento idrico del 40%, per un aumento della richiesta d'acqua in tutti i settori; questo a partire dalla situazione attuale, dove il numero di persone che non hanno accesso ad acqua potabile è di 748 milioni. In questo c'è una certa ironia, considerando che viviamo in un pianeta che per i due terzi è formato da acqua e che la maggior parte della popolazione mondiale vive proprio sulle coste.

Qui il problema 'risorsa acqua' viene risolto, specie nelle zone più aride, con la desalinizzazione dell'acqua, ossia 'addolcendo' l'acqua fino a renderla potabile, o comunque utilizzabile, eliminando i sali minerali. Ad oggi - come riportato sul Creator Space™, lo spazio collaborativo di discussione della Basf - l'uomo desalinizza l'1% dell'acqua che consuma, ma l'ONU stima che questa percentuale raggiungerà e supererà il 16% nei prossimi anni.


Un impianto di desalinizzazione dell'acqua

L'aumento della domanda di acqua desalinizzata porterà anche a un cambiamento nel modo in cui la si ottiene, perché a oggi i sistemi sono sostanzialmente due. Il primo è termico e semplicemente consiste nel far bollire l'acqua e poi condensarne i vapori (solo l'acqua evapora, i sali miinerali no). Il secondo è più tecnico ed è l'osmosi inversa e cioè forzare il passaggio dell'acqua attraverso una membrana. Da un lato della membrana si ha acqua ad altissimo contenuto di sali, dall'altro l'esatto opposto; è un processo forzato perché in natura l'osmosi funziona nel modo opposto: l'acqua passa attraversa la membrana finché le due parti hanno la stessa concentrazione di sali.

Se sul piano dei risultati i due sistemi sono identici, a livello di costi non è così. Entrambi hanno bisogno di un intervento dell'uomo, ossia di energia. Per desalinizzare 1 metro cubo di acqua servono 50 kWh col sistema termico e 5 kWh (ma anche meno con dei sistemi di recupero dell'energia) con l'osmosi inversa. La differenza non è poca e questo lascia intendere, secondo diversi esperti del settore, che negli anni si svilupperà di più l'osmosi inversa.

Ora però non è tutto oro quel che luccica, perché messa così la desalinizzazione dell'acqua sembra la panacea di tutti i mali idrici della Terra, ma c'è un rovescio della medaglia. Tanto la desalinizzazione termica quanto l'osmosi inversa si lasciano dietro degli scarti: una porzione dell'acqua trattata resta come 'rifiuto', avendo un contenuto di sali ancora più alto che all'inizio del processo. viene da sé, come sottolineano anche gli esperti, che se l'osmosi inversa potrà costituire in futuro un contributo al fabbisogno idrico, altrettanto utili saranno politiche di risparmio idrico e di riutilizzo delle acque.

Rielaborazione FreshPlaza su fonte creator-space.basf.com