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Frutta e verdure geneticamente modificate per sconfiggere le malattie

Ananas rosa anti-cancro, pomodori viola per il cuore: ecco la nuova strategia dell'industria Ogm per convincere i consumatori

Dopo l'approvazione da parte del governo statunitense e canadese delle mele e delle patate Ogm, con buona probabilità nel giro di un paio d'anni arriveranno in commercio altri prodotti ortofrutticoli geneticamente migliorati non solo per durare più a lungo, ma per combattere le malattie.

All'orizzonte già si intravedono ananas rosa anti-cancro, pomodori viola per assicurarsi un cuore in perfetta forma, arance ricche di acidi grassi omega-3, una vera manna per il sistema cardiovascolare.

Insomma, sembra proprio che l'ultima strategia dell'industria Ogm per conquistarsi le grazie dei consumatori ancora diffidenti nei confronti di questi alimenti si giochi proprio sugli effetti benefici sulla salute. Un approccio che, oltretutto, non dispiace al Dipartimento dell'agricoltura statunitense (USDA), il quale però, prima di autorizzare questi prodotti necessita dell'approvazione della Food and Drug Administration (FDA).



"Se le persone avranno modo di vedere con i propri occhi i benefici per la salute di questi nuovi vegetali - ha dichiarato Michael Firko, responsabile del dipartimento sugli Ogm dell'USDA - diventerà più tollerante nei confronti della nuova tecnologia".

Anche se i più scettici sostengono che servirà una regolamentazione completa in materia, il Dipartimento dell'agricoltura ha già approvato l'importazione dell'ananas rosa, ottenuto dalla Fresh Del Monte Inc, che contiene licopene, una sostanza ritenuta anti-tumorale. Manca solo il via libera della FDA. Stesso discorso per i pomodori viola ad alto contenuto di antociani, sviluppati da una piccola società inglese che sta avanzando la stessa richiesta di esportazione in America.

L'azienda agrumicola Southern Gardens, invece, utilizza un gene di spinacio per modificare geneticamente gli aranci che potrebbero così diventare resistenti al Citrus greening, la nota malattia vegetale che sta devastando la produzione in Florida. A sua volta, la Okanagan Speciality Fruits Inc, l'azienda che ha creato le mele Arctic che non imbruniscono, sta indagando anche su pesche, ciliegie e pere geneticamente modificate, resistenti alle malattie e migliorate a livello qualitativo.

Ma frutta e verdura geneticamente modificate sono già disponibili nei negozi americani di alimentari: papaya hawaiana, zucche, zucchine e mais dolce, solo per fare qualche esempio. Le più importanti colture Ogm negli Stati Uniti restano però il mais e la soia, destinati alla nutrizione animale o alla trasformazione in ingredienti come l'amido di mais, l'olio di soia o lo sciroppo di fruttosio.

I gruppi ambientalisti e le associazioni di consumatori chiedono l'obbligo di segnalare in etichetta questi prodotti e, di fronte a questa richiesta, l'industria Ogm è sempre più convinta che la miglior risposta sia proprio quella di sfruttare il crescente interesse per una sana alimentazione.

"Si tratta - ha detto Doug Cole della JR Simplot, la società che ha sviluppato le patate Ogm Innate - di una nuova ondata di colture che hanno vantaggi diretti sia per gli agricoltori che per i consumatori".

La ricercatrice inglese Cathie Martin, che ha sviluppato i pomodori viola, spera invece che siano venduti negli Stati Uniti sottoforma di succo: "Gli stessi consumatori attenti alla salute e preoccupati per gli Ogm dovrebbero essere attratti da un prodotto che potenzialmente può contribuire a ridurre il rischio di cancro".

I retailer, però, sono ancora da convincere. Alcune catene di vendita al dettaglio hanno già dichiarato di non voler proporre in commercio un salmone geneticamente modificato e ancora in attesa di approvazione presso la FDA. McDonald's, che acquista le patate convenzionali Simplot, ha fatto sapere che al momento non intende rivedere la propria posizione in fatto di Ogm.

Secondo Cathleen Enright della Biotechnology Industry Organization l'industria teme che l'opposizione da parte di gruppi di interesse rallenterà lo sviluppo degli Ogm: "Alla fine della fiera - ha concluso - è il mercato a determinare cosa avrà successo".