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Ma ora serve una mano tesa dal Mipaaf

Frutta nelle Scuole: il futuro del programma UE dopo la riunione di Bruxelles

"Tutti gli Stati membri hanno difeso il programma Frutta nelle Scuole con richieste di semplificazioni e certezze giuridiche delle normative. Il commissario all'Agricoltura Hogan valuterà i ritorni dagli appositi questionari distribuiti ai ministeri e alle rappresentanze del settore. Per questo diventa sempre più importante un gioco di squadra a livello nazionale e inviare alla Commissione un indirizzo forte e condiviso. Speriamo pertanto che il Ministero per le Politiche agricole si attivi". E' il commento di Mario Tamanti, Apofruit ed esperto Copa Cogeca, dopo la riunione tenuta a Bruxelles per decidere del futuro del Progetto comunitario (cfr FreshPlaza del 02/03/2015).

Durante l'incontro di lunedì, una vasta coalizione di associazioni e organizzazioni agroalimentari e rappresentanti del settore ortofrutticolo (vedi immagine sotto) - in una lettera aperta al presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, al primo vicepresidente Frans Timmermans e ai Commissari Vytenis Andriukaitis (Salute), Phil Hogan (Agricoltura) e Tibor Navracsics (Istruzione) - ha chiesto di mantenere operativo il programma Frutta nelle Scuole, perché "una migliore regolamentazione non può andare contro il benessere dei bambini europei".



Nell'Unione europea ci sono 22 milioni di bambini in sovrappeso, dei quali 5,1 milioni obesi, e una tendenza in costante crescita: si parla di 1,2 milioni di bambini in sovrappeso e 300.000 obesi in più ogni anno. Il consumo quotidiano di prodotti agricoli come frutta e verdura fresca contribuisce a prevenire e combattere questi problemi. Eppure i consumi di frutta e verdura fresca da parte di bambini, giovani e persone di bassa estrazione continuano a diminuire.

Gli argomenti di salute pubblica che avevano giustificato l'attuazione del Programma sono ancora validi. Anzi, il livello di consumo di frutta e verdura è sceso a minimi allarmanti in tutta Europa. Due terzi degli Stati membri non riescono nemmeno a raggiungere il minimo assoluto di 400 grammi pro-capite al giorno del consumo di frutta e di verdura raccomandata dall'Organizzazione mondiale della sanità. Complice anche la crisi economica in corso.

Sospendere Frutta nelle Scuole avrebbe pertanto implicazioni drammatiche sia per i consumatori europei, in particolare i più giovani, che per il settore agricolo, comprese le piccole-medie imprese, le filiere corte e il biologico, che - a causa della mancanza di consumi - ha perso una produzione pari a circa 18 milioni di tonnellate. Per non parlare dei costi sanitari che, a causa di una cattiva alimentazione, sono in aumento a livelli insostenibili (le stime parlano di oltre 200 miliardi di euro/anno).

Un piano che, va ricordato, è ampiamente sostenuto non solo dal mondo agricolo, ma anche dalla comunità internazionale di scienziati, ricercatori, medici e altri esperti di salute per i suoi effetti benefici. Non solo, Frutta nelle Scuole è stato sottoposto a valutazioni, recensioni scientifiche, nonché una relazione sull'efficacia della Corte dei conti europea, i quali costantemente ne hanno indicato la coerenza e gli effetti positivi per consumi e salute. E nella Riforma della Politica agricola comune (PAC) - che "chiede la salute in tutte le politiche" - il Programma non solo è stato riconfermato, ma anche rafforzato. L'abolizione da parte della Commissione ora risulterebbe anche incoerente.

Il costo del programma, poi, è minimo nell'ambito della PAC, corrispondente allo 0,25% del bilancio agricolo dell'UE (da 90-150 milioni di euro) mentre rappresenta un sostegno diretto per l'ulteriore sviluppo delle filiere agroalimentari sostenibili e uno strumento unico per fornire visibilità all'UE ogni settimana in più di 50.000 scuole di tutto il continente, dimostrando che l'Unione si preoccupa dei suoi cittadini più giovani.