"Mario Tamanti: "Il Programma Frutta nelle Scuole va rilanciato"
"Bisogna ripartire compatti - prosegue Tamanti - riconoscendo Frutta nelle Scuole come uno strumento strategico per l'educazione alimentare dei bambini, ma serve un deciso cambio di passo, riprendendo un percorso obbligato: qualità, ampiezza della gamma d'offerta, misure di accompagnamento più qualificanti ed efficaci, pre-selezione delle imprese partecipanti al fine di garantire l'effettiva disponibilità dei prodotti di qualità, maggiore coinvolgimento dei territori, dei genitori e degli insegnanti".
"In questa edizione - osserva Tamanti - abbiamo invece assistito a un impoverimento dei contenuti del programma: il ribasso del prezzo non può essere l'elemento premiante per l'aggiudicamento. Lo dimostrano le offerte delle imprese che hanno vinto la gara per quest'anno scolastico: i prodotti di maggiore appeal (come fragole e ciliegie, NdA) sono pressoché assenti, solo un bambino su otto riceve una porzione di ciliegie, e oltre il 60% delle distribuzioni è stato realizzato in modo ripetitivo con pere, mele e agrumi a frutto intero".
"Un altro aspetto che lascia perplessi - aggiunge Tamanti - è il modus operandi del Ministero delle Politiche agricole. Tenuto conto dell'elevato impatto del programma, preoccupa la mancata volontà di confronto stabile con le Organizzazioni e le Associazioni di rappresentanza interessate. Serve invece una strategia di rilancio urgente per non vanificare questa grande opportunità ed è fondamentale avviare in tempi brevi un confronto con i vari stakeholder. Mi auguro che il Mipaaf non sottovaluti questa necessità, perché qui è a rischio il futuro del programma".
Secondo Tamanti, per costruire un futuro diverso per Frutta nelle Scuole occorre operare su tre leve: individuare fornitori/distributori in base a parametri che garantiscano un'indiscutibile qualificazione e capacità di svolgere le attività; favorire la qualità e ampiezza di gamma con una griglia predefinita di prodotti e scale di premialità; limitare le misure di accompagnamento a quelle che generano maggior interesse nei bambini.
Per finire, il coinvolgimento dei veri protagonisti: gli istituti scolastici. "Non si può pensare di imporre il Bando nazionale dall'alto, ma bisogna coinvolgere gli insegnanti e i rispettivi Uffici scolastici regionali, favorendo un rapporto stretto tra il produttore-fornitore e il consumatore".
"Lunedì 2 marzo (oggi per chi legge, NdA), come Copa Cogeca ribadiremo alla Commissione l'importanza del programma e la necessità di continuare a sostenerlo. L'educazione alimentare dei giovani è oggi più che mai importante per il settore produttivo e il programma ha potenzialità enormi, ma va adattato a livello di singolo Stato membro nelle procedure attuative".
"In un contesto difficile come quello attuale - conclude Tamanti - non possiamo permetterci di rendere Frutta nelle Scuole un programma anonimo e senz'anima, vanificando i fondi disponibili per l'educazione alimentare dei bambini".