Copa-Cogeca: spostare al 2015 parte degli aiuti UE a compensazione dell'embargo russo
Proteste in Polonia
Trecento agricoltori specializzati in produzione di mele hanno manifestato a Varsavia davanti al palazzo del primo ministro, Ewa Kopacz, per chiedere l'assegnazione di fondi europei e nazionali come indennizzi per le perdite subite a causa dell'embargo russo sulle importazioni agricole dai Paesi dell'UE, adottato da Mosca in rappresaglia alle sanzioni europee. "Prendete i salari dei politici e dateli ai coltivatori di mele" incitavano striscioni portati dai manifestanti.
La Polonia è il primo produttore mondiale di mele, l'anno scorso il raccolto è stato di tre milioni di tonnellate. E sono circa 100.000 le aziende locali impegnate nel settore: nel 2013 sono state esportate mele per un valore di 430 milioni di euro e di queste il 55% è andato in Russia.
"Nessun Paese al mondo può assorbire tre milioni di tonnellate di mele polacche (cfr. articolo correlato), dobbiamo trovare altro modo di utilizzarle, magari convertirle in biogas, con fondi dalla Polonia e dall'UE," ha dichiarato Miroslaw Maliszewski, capo dell'associazione dei coltivatori di frutta.
Varsavia inizialmente aveva chiesto all'UE 147 milioni di euro come compensazioni per le mancate esportazioni di mele verso la Russia, poi la cifra è stata rivista al ribasso a 25,8 milioni.
Niente rimborsi, siamo Inglesi
Durante l'ultimo regime di compensazione UE per i settori agroalimentari colpiti dall'embargo russo, tutti gli Stati hanno potuto richiedere un risarcimento fino a 3.000 tonnellate. Tuttavia, gli inglesi hanno rinunciato a questa opzione.
I coltivatori inglesi non esportavano direttamente in Russia, ma hanno comunque avvertito le conseguenze indirette. Il ministero inglese ha comunicato che: "L'utilizzo del denaro pubblico per il ritiro dal mercato dei prodotti ortofrutticoli inglesi che non potranno essere altrimenti collocati, non è un buon modo di utilizzare i soldi delle tasse dei cittadini. L'esclusione dal mercato e il rimborso per sole 3.000 tonnellate di prodotti inglesi non avrà alcun effetto significativo sui prezzi."
L'Unione Nazionale britannica degli Agricoltori (NFU) si è tuttavia dichiarata delusa dalla decisione del ministero, in quanto i coltivatori inglesi sono stati in ogni caso costretti a ritirare i prodotti dal mercato semplicemente perché non c'era nessuno che voleva acquistarli. Pertanto il risarcimento UE avrebbe permesso loro di ridurre le perdite.
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