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Embargo russo: l'UE mette in guardia i futuri Stati membri che vogliono approfittare della situazione

Nonostante le notizie divulgate dai media russi, le quali sostengono che i prezzi di frutta e verdura non aumenteranno a causa delle sanzioni, è sempre più diffusa una controinformazione che sostiene il contrario.

Effetti del blocco alle importazioni sul mercato russo
A Mosca e Kaliningrad, i prezzi risultano più alti di prima. Nella zona di Kaliningrad, per esempio, i prezzi di frutta e verdura d'importazione sono aumentati del 10-20%. Sul mercato si può trovare anche l'offerta locale e prodotti provenienti da nuovi fornitori come Cile, Macedonia e Serbia.

A Mosca, i giornalisti di FruitNews hanno condotto una ricerca sui cambiamenti del mercato dovuti al boicottaggio. Conclusione: l'offerta risulta essere inferiore del 29,5% nei supermercati e i prezzi sono superiori in media del 17,1% rispetto all'estate del 2013. L'offerta delle pere è diminuita del 36% e anche quella di kiwi, banane e drupacee risulta inferiore del 30% circa rispetto all'anno scorso.

Di conseguenza, i prezzi continuano ad aumentare. I kiwi risultano più costosi del 42,3% e, in qualche negozio, il prezzo è superiore del 93,4%. Le drupacee sono mediamente più costose del 33,3%, mentre l'uva da tavola ha registrato un +28,5%. Per quanto riguarda gli agrumi, i consumatori dovranno pagare il 21,6% in più, mentre il prezzo delle pere aumenterà del 16,7%. Anche le mele costano di più, tuttavia, con il 3,1%, il prezzo è aumentato meno dell'inflazione, che conta come un decremento. Solo i prezzi delle banane risultano inferiori del 23,3%.


Uno scaffale di frutta in un supermercato russo nei primi giorni del blocco alle importazioni.

Inoltre, l'agricoltura russa necessita di un sostegno finanziario di 13,3 miliardi di euro di fondi pubblici da qui al 2020 per compensare il divieto di importazione di prodotti da UE, Usa, Australia, Norvegia e Canada.

L'UE, nel frattempo, sta tentando di fare in modo che le nazioni escluse dall'embargo dalla Russia non ne diventino i fornitori principali. L'Unione ha pertanto avvertito che ciò potrebbe avere delle conseguenze per quegli Stati che si sono candidati ad aderire all'UE.

L'UE mostra i denti
Diverse nazioni scorgono al momento nuove opportunità sul nuovo mercato russo; tra di esse figurano anche Serbia e Turchia, le quali hanno annunciato di voler incrementare le esportazioni. L'UE, per tutta risposta, ha avvertito che chi ha intenzione di entrare a far parte dell'Unione in futuro, farebbe meglio a non sfruttare troppo la situazione derivante dall'embargo.

Gli stati candidati comprendono anche, oltre a Serbia e Turchia, anche Macedonia, Montenegro e Islanda. Queste nazioni esportano prodotti agroalimentari per un valore di 2 miliardi di euro. Gran parte di questo importo, 1,6 miliardi, viene incassato dalla Turchia. L'Islanda consegna notevoli quantità di pesce mentre la Serbia fornisce molta frutta.

I commercianti serbi, ad esempio, hanno potuto notare un forte incremento della richiesta di mele da parte della Russia. La domanda cresce ad una tale velocità che il prezzo è già aumentato del 10% nel giro di una settimana, arrivando a 1,30/1,40 dollari.

L'Unione europea ha nel frattempo inviato al governo serbo una "demarche", in cui ufficialmente viene espressa una netta posizione contraria alla possibilità che la Serbia aumenti il suo export agricolo verso la Russia.

Si tratta di una delle conclusioni raggiunte nel corso del recente incontro dei ministri degli esteri dell’Unione. “Noi, come Unione europea, ci aspettiamo che i paesi candidati non approfittino delle recenti sanzioni applicate dalla Russia per incrementare le loro attività commerciali con essa”, ha dichiarato Peter Stano, portavoce del Commissario per l’allargamento Stefan Fuele.

Oltre che nei confronti dei paesi candidati all'UE, l'Unione ha espresso la speranza che anche paesi extraeuropei come il Brasile, l'Argentina e l'Uruguay, o continentali come la Svizzera, non approfittino delle sanzioni, evidenziando come esse siano finalizzate ad "arrivare presto a una soluzione politica duratura" della crisi in Ucraina.

Lo stesso ministro degli esteri russo Sergej Lavrov ha sottolineato che l'appello dell'Unione agli altri paesi evidenzia come essa non voglia perdere spazi sul promettente mercato russo. Il ministro ha anche aggiunto che ogni singolo paese terzo deciderà autonomamente come muoversi in questa occasione.

Testo e traduzione FreshPlaza. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: