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Chiquita decide di abbandonare il segmento dei frutti decidui nei mercati USA e Canada

La società statunitense Chiquita Brands International sembra intenzionata ad abbandonare il segmento dei frutti decidui, a cominciare dall'uva, non appena la stagione californiana terminerà.

La decisione, avvenuta in concomitanza dell'elezione di Edward Lonergan a nuovo presidente e amministratore delegato di Chiquita (vedi notizia FreshPlaza del 04/10/2012), è in linea con la strategia volta a ridurre i costi e aumentare i profitti. Lo rivela tramite email la portavoce aziendale Tiffany Breaux.

"Se il comparto dei frutti decidui è rientrato in passato nella strategia aziendale di espansione commerciale, oggi tale transizione è necessaria per adeguarsi all'impegno di concentrarsi solo sui nostri prodotti principali, cioè banane, ananas, insalate e altro", dichiara Breaux, non rivelando tuttavia dettagli sui volumi o sui prodotti coinvolti nel cambiamento. Le attività di Chiquita in Cile, Messico e California non risentiranno comunque della ristrutturazione, che si rivolge invece ai mercati statunitense e canadese.

Il sito web di Chiquita destinato ai consumatori di USA e Canada pone infatti in evidenza solo banane, ananas, Chiquita Bites (baby carote, ananas a pezzi e spicchi di mele), Super Crunchy Fruit Chips (banane, ananas e mango disidratati) e la linea di insalate Fresh Express.

Un fornitore di uva della California, parlando in condizione di anonimato, ha ipotizzato che il volume di uva di Chiquita nello stato fosse già inferiore al milione di cartoni, e forse compreso tra 500.000 e 700.000 cartoni all'anno.

Le statistiche di Sermaco Inc. dimostrano che Chiquita ha importato poco più di 900.000 cartoni di uva e drupacee dal Cile nella stagione 2011/12, contro gli 881.000 cartoni della precedente 2010/11, ma nettamente inferiore ai 2,61 milioni del 2009/10. Nel suo ultimo rapporto trimestrale, Chiquita ha riferito inoltre di aver anticipato 32 milioni di dollari a un frutticoltore cileno, che però ha dichiarato bancarotta alla fine del 2011. Chiquita sta ora cercando di recuperare tali fondi tramite il curatore fallimentare.

Chiquita ha un ritorno annuale di oltre 3 miliardi di dollari e impiega più di 21.000 persone in 70 paesi.
Data di pubblicazione: