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Possibile origine cinese per la batteriosi del kiwi

Secondo uno studio condotto da alcuni biochimici dell'Università di Otago (Nuova Zelanda), e commissionato dalle imprese neozelandesi Seeka ed EastPack, il ceppo virulento della batteriosi del kiwi che sta devastando i frutteti in Italia e in Nuova Zelanda avrebbe origini cinesi, come suggerirebbe un raffronto genetico tra ceppi di batterio Pseudomonas syringae pv. actinidiae (Psa).

Un rapporto preliminare afferma che il genoma dei ceppi cinesi di Psa e di quelli neozelandesi risulterebbe molto simile; cosa che suggerirebbe un'origine cinese, non italiana (come inizialmente ipotizzato) della contaminazione verificatasi in Nuova Zelanda. Come la batteriosi si sia diffusa in pratica, rimane ancora ignoto.

Di contro, un recente rapporto del ministero neozelandese dell'agricoltura aveva escluso, almeno per lo stadio delle conoscenze in quel momento, un'origine cinese o cilena della batteriosi; anche perché i risultati dello studio della Otago University sono giunti solo successivamente.

Il polline d'importazione è il materiale vegetale maggiormente sospettato di aver costituito il veicolo all'introduzione del batterio Psa in Nuova Zelanda (vedi precedente notizia).

Il rapporto dell'Università di Otago afferma anche che i dati del sequenziamento genetico in suo possesso indicano come l'importazione a fini di ricerca di polline, materiale vegetale, colture di batterio Psa o frutti dall'Italia non sono l'origine della contaminazione in Nuova Zelanda. Allo stesso modo, la causa della batteriosi in Italia non deriva da materiale vegetale o frutti di origine neozelandese.

Nel frattempo, il raccolto neozelandese di kiwi a polpa gialla - i più vulnerabili alla batteriosi - è previsto in netto calo per il prossimo anno, nella zona della Bay of Plenty: da 30 a 10 milioni di cartoni. Bisognerà attendere sempre il 2012 perché l'industria possa valutare l'impatto della batteriosi sul kiwi a polpa verde di varietà Hayward.