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Nuova Zelanda: alla ricerca delle cause della batteriosi, polline estero sotto accusa

L'ente Horticulture New Zealand (HortNZ) ha accolto con favore l'annuncio del ministro per l'agricoltura, David Carter, circa la realizzazione di un riesame indipendente sulle cause dell'arrivo della batteriosi del kiwi (Psa) nel paese, in risposta alle polemiche sulle libere importazioni di polline di actinidia nel paese, ritenuto una possibile causa di diffusione della malattia.
 
"La prima domanda che i coltivatori si pongono, dopo la scoperta in Nuova Zelanda di nuovi parassiti o malattie delle piante è: da dove proviene?" ha spiegato Andrew Fenton, presidente di HortNZ. "E la seconda domanda di solito è: possiamo fare in modo che non accada di nuovo?"

"Tuttavia, la realtà è che tutte le nostre risorse sono impiegate per capire come sopravvivere con i nuovi parassiti e malattie diffusi nell'ambiente, e abbiamo poco tempo o risorse rimanenti per valutare come siano arrivati fin qui".
 
HortNZ ritiene che una revisione indipendente metterà in risalto l'importanza della collaborazione tra settore e governo, in modo che parassiti o malattie possano essere fermati preventivamente. "Nella pratica, chiedendo questa revisione, il ministro sta dicendo che ha bisogno di più risposte. E noi certamente lo appoggeremo".

"Noi infatti sosteniamo ogni sforzo per rivedere e migliorare la biosicurezza in questo paese," ha concluso Andrew Fenton.

Per quanto riguarda le importazioni di polline dall'estero, esse sono state praticate nel 2008, 2009 e 2010 e hanno incluso sei spedizioni da Cina e Cile. Il polline cinese non è stato applicato alle coltivazioni di kiwi in Nuova Zelanda, ma impiegato solo a scopi di sperimentazione. Per quanto riguarda il polline cileno, in parte venne applicato per la fecondazione di alcuni impianti di actinidia nella Bay of Plenty ai primi del 2010. Ma in Cile non risultano contaminazioni da batteriosi.

La maggior parte del polline è stata importata in Nuova Zelanda dalla compagnia Kiwi Pollen di Te Puke, situata proprio là dove si è riscontrato il primo focolaio di batteriosi. Ora la compagnia è sotto indagine per non aver indicato precisamente sulle confezioni l'origine del polline. Alcuni sospettano infatti che tra le spedizioni cilene potesse esserci anche polline contaminato di origine italiana, riconfezionato in Cile.