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Agrumi siciliani: garantire reddito ai produttori

Occhi puntati sulla imminente raccolta di arance in Sicilia. Un comparto, questo, importantissimo ma quasi sempre sottostimato e lasciato allo sbando. Le previsioni per la campagna 2011/12 vedono la presenza di prodotto di qualità ma di piccolo calibro che rischia di incidere negativamente sulla commercializzazione e quindi direttamente sulle remunerazioni degli agrumicoltori.

E proprio su questo punto i vertici di Cia e Confagricoltura Sicilia, in una lettera congiunta, datata 14 novembre 2011, manifestano al presidente Lombardo e all’assessore al ramo D’Antrassi l’assoluta necessità di operare per evitare l’intasamento dei mercati con merce di scarsa qualità.

"Lombardo e D’Antrassi, convochino immediatamente – spiega Carmelo Gurrieri, presidente Cia Sicilia, le confederazioni e i rappresentanti della produzione per trovare assieme a loro una giusta rete di protezione che eviti il la crisi del settore in chiave economica e commerciale per la prossima campagna".

Dello stesso avviso il presidente Confagricoltura Gerardo Diana, secondo cui in questo momento sono dannose le fughe in avanti che potrebbero alimentare fenomeni speculativi ad esclusivo danno dei produttori. "Per questa ragione – aggiunge Diana – occorre intervenire per mantenere alti gli standard qualitativi, avviare campagne promozionali e dare finalmente attuazione al Marchio Sicilia di cui l’agrumicoltura costituisce il settore più rappresentativo".

Cia e Confagricoltura denunciano, allo stesso tempo, incontri più o meno ufficiali tra alcuni rappresentanti delle istituzioni e solo una parte della filiera agrumicola che lasciano fuori proprio gli attori principali della stessa filiera: gli agrumicoltori.

L’urgente necessità di un tavolo congiunto con tutta la filiera si rende indispensabile per evitare future azioni speculative ai danni degli agricoltori che porterebbe alla nascita di tensioni tra gli operatori della filiera.
Data di pubblicazione: