Colture resistenti al caldo e alla siccita' per il futuro dell'agricoltura mondiale
Allarme agricoltura nel mondo per il cambiamento climatico. Il 40% dei terreni attualmente destinati alla coltivazione di semi avrà bisogno di specie sempre più tolleranti a caldo e siccità, mentre per esempio si calcola che per la manioca, una delle principali fonti di cibo e di materie prime industriali, l'area di produzione aumenterà di due milioni di ettari. E i pascoli dovranno fare i conti con il calcolo delle emissioni di CO2 (anidride carbonica).
Ma per la rivoluzione agricola è necessario almeno un decennio. Il lavoro di adattamento al riscaldamento globale è appena iniziato, anche se la strategia esiste. A scattare la fotografia della nuova agricoltura è la più grande alleanza mondiale di scienziati agricoli internazionali - il Gruppo Consultivo sulla Ricerca Agricola Internazionale (CGIAR) - che al vertice Onu sul clima a Copenaghen ha reso noto un rapporto che ha l'obiettivo di tradurre la minaccia climatica in opportunità contro fame, povertà e per la sicurezza alimentare.
Secondo il rapporto di 45 pagine preparato della CGIAR "'Il cambiamento climatico, l'agricoltura e la sicurezza alimentare", due le linee d'azione: una che considera le disponibilità attuali e l'altra che guarda alle soluzioni per il domani. La strategia invita a un intenso sforzo per accelerare lo sviluppo e la diffusione di tecnologie di miglioramento, comprese le varietà vegetali più resistenti, e più efficienti modalità di gestione delle acque, alberi, terreni, animali, risorse marine e foreste.
"'Questa operazione - ha detto Thomas Rosswall, presidente del comitato direttivo del rapporto - creerà benefici immediati, rafforzerà la sicurezza alimentare e l'adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici a breve termine, mentre consentirà di mitigare gli impatti futuri attraverso la riduzione dei gas a effetto serra".
Intensa la pressione del bestiame sulle foreste in Sud America, mentre i pascoli occupano il 45% dei terreni utilizzabili della terra. In tal senso per gli autori una soluzione esiste ed è quella di compensare le emissioni in cambio di quote ad hoc di carbonio da pagare. I modelli di simulazione, poi, porteranno a mappare il Pianeta per gestire le colture e sistemare quelle più adatte al clima che cambia per interventi mirati.