Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Investire, ma in maniera corretta e moderna

Ciliegie: tutti le vogliono ma nessuno vuole più coltivarle

Si stima che la stagione cerasicola della Puglia possa terminare già in settimana (la 24esima del 2025), poiché è caratterizzata da una notevole riduzione della produzione.

A detta degli operatori, si sono registrati cali percentuali che hanno raggiunto anche il 70-80% delle rese. Questa marcata diminuzione ha avuto un impatto diretto sui flussi di lavorazione nei magazzini e negli stabilimenti della regione. "I volumi che tipicamente venivano movimentati nell'arco di una settimana o dieci giorni – precisa Donato Fanelli, imprenditore agricolo della Puglia - quest'anno si sono contati sull'intera stagione. Ciò evidenzia la scarsità di prodotto conferito agli stabilimenti di lavorazione".

© Donato Fanelli

In questo scenario, i produttori che hanno saputo gestire i propri impianti in modo adeguato, perché attrezzati, hanno ottenuto prezzi medi intorno ai 5 €/kg, consentendo cosi di riconsiderare la coltivazione del ciliegio come un'attività su cui è profittevole investire.

"Se da una parte c'è chi, anche quest'anno, estirperà gli impianti, dopo aver staccato gli ultimi frutti, dall'altra c'è chi si spende per una cerasicoltura più moderna. A farlo sono gli imprenditori che hanno toccato con mano quanto sia importate dotarsi di una struttura di coltivazione professionale, che faccia fronte alle sfide climatiche, commerciali e produttive attuali. Tuttavia, è fondamentale che l'investimento sia condotto in modo professionale, evitando di ripetere gli errori del passato. Questo implica non basarsi su impianti obsoleti, ma integrare irrigazione, coperture e altre innovazioni. L'obiettivo è non far compromettere il raccolto dalle avversità climatiche e garantire continuità nella fornitura, a beneficio sia del produttore sia degli stessi magazzini".

© Donato FanelliUn aspetto cruciale riguarda la scelta varietale. È necessario mettere a dimora varietà e calibri richiesti dal mercato. Donato Fanelli sottolinea che c'è bisogno di quelle varietà che il mercato cerca, con calibri che il commercio predilige. "La stagione attuale ha visto pezzature medio-alte, tra i 24 e i 30 mm. Questo ha reso complessa la lavorazione, abituata a packaging per calibri standard (22 mm)".

Nel corso degli anni, si è assistito a una perdita di interesse nella coltivazione delle ciliegie. "È essenziale comprendere che la ciliegia non è una coltivazione per hobbisti, bensì un'attività da condurre in modo professionale. In annate di produzione elevata, i coltivatori amatoriali, cercando un reddito integrativo purchessia, possono destabilizzare il mercato, causando un deprezzamento. Sebbene quest'anno, data la scarsità di prodotto, tale fenomeno non si sia verificato, è importante considerare quanto accaduto nelle stagioni precedenti".

La raccolta di quest'anno è in fase di conclusione. "Rinnoviamo l'invito a investire nel ciliegio, ma in maniera corretta e moderna, adottando le innovazioni necessarie e tenendo conto della crescente tendenza europea e globale verso il consumo di frutta rossa. L'investimento deve essere fatto però nel modo giusto".