La stagione del limone Verna è iniziata con maggiore stabilità ed "entusiasmo nelle vendite", sottolinea Bartolomé Rodríguez, dell'azienda murciana Sixto Lemon, che ha già concluso la campagna del limone Fino. "In questo momento siamo a metà stagione e stiamo lavorando abbastanza bene, anche se i prezzi non sono così competitivi come vorremmo. Il Verna è un limone che rimane sull'albero per molto tempo e richiede costi più elevati".
"Quando i grandi mercati europei che consumano anche limoni provenienti dalla Turchia o dall'Egitto esauriscono i prodotti, si nota che il commercio è più vivace e i prezzi non scendono più di tanto. Sembra che la situazione attuale sia proprio questa".
"Speriamo che il mercato si mantenga stabile per quando inizieranno ad arrivare i limoni Eureka e Verdello. Quest'ultimo, in particolare, si raccoglie verde nei mesi estivi, da luglio a settembre, ed è un limone che proviene dalla seconda fioritura dell'albero - spiega Bartolomé - Quest'anno, siccome c'è stata una prima fioritura abbondante, ci aspettiamo un raccolto minore di Verdello, ma come sempre si tratta di un tipo di limone estivo molto interessante".
Bartolomé e suo cugino José Joaquín rappresentano la terza generazione a lavorare in questa azienda familiare, un'attività fondata dal nonno oltre 40 anni fa. "Mio padre e mio zio, che ora sono in pensione, ci danno ancora una mano con la loro conoscenza della coltivazione dei limoni e con i valori, che abbiamo sempre mantenuto, di rispetto per gli agricoltori e per i nostri prodotti - continua Bartolomé - Siamo una piccola azienda. Negli ultimi tre anni siamo cresciuti un po', arrivando a trattare circa 4.000 tonnellate all'anno, ma la nostra priorità continua a essere la commercializzazione di un prodotto di qualità, con clienti fidelizzati che possiamo rifornire tutto l'anno e che vogliono lavorare con il nostro marchio, molto riconosciuto dai loro acquirenti".
"Per questo motivo, con il Fino, il Verna e l'Eureka abbiamo campagne abbastanza lineari e non stiamo soffrendo come altri produttori, i quali negli anni del boom hanno fatto investimenti e cambiato il loro modo di lavorare. Oggi, molti di loro, hanno già dovuto sradicare le loro piantagioni".
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