Ancora nessuna intesa è stata raggiunta sul prezzo del pomodoro da industria nel bacino del centro sud Italia, dove proprio ieri pomeriggio, ad Angri (Salerno), si sono incontrate la compagine agricola e quella industriale per provare a trovare una quadra relativamente all'attuale campagna di trasformazione che, seppur ritardataria, è ormai alle porte.
La parte agricola ha richiesto per questa campagna un prezzo pari a 16 centesimi al chilo per il tondo e 17 centesimi al chilo per il lungo; ma la controproposta della delegazione industriale è stata quella di voler liquidare per il tondo 15 centesimi al chilo e 16 centesimi al chilo per il lungo.
La compagine agricola, tuttavia, proprio nell'intento di raggiungere un accordo, ha avanzato una richiesta vicina agli intenti della parte industriale, chiedendo che venisse rivista la contrattazione storica per abolire la tara convenzionale, e ha proposto un prezzo di 15,5 centesimi al chilo per il tondo e 16 centesimi al chilo per il lungo. Ma è stata fumata nera.
Per il momento non si vede all'orizzonte alcun tipo di accordo, anche se l'auspicio nutrito dalla parte agricola è quello di provare a incontrarsi nuovamente per raggiungere un'intesa. Qualora però l'incontro non avvenisse, cosa accadrebbe? Un mercato libero? Contratti individuali tra le parti? E in base a quale prezzo? Questa situazione sta generando molte preoccupazioni tra gli imprenditori agricoli.