"Siamo senza strade, perché l'unica rimasta accessibile è transitabile a senso alternato solo dalle auto. Quindi noi agricoltori non possiamo rifornirci di gasolio e concimi o attrezzature che necessitano di camion. Qua è un disastro, non abbandonateci". Il grido d'allarme viene dal giovane agricoltore Manuele Malavolti di Modigliana, (Forlì-Cesena) la patria del kiwi di collina.
Una delle innumerevoli frane nell'Appennino romagnolo (questa a Modigliana) causate dalle piogge torrenziali
"Dopo questa alluvione, abbiamo perso tantissimi impianti - afferma - in quanto la piena dei fiumi e torrenti ha sradicato piante, pali e reti. Quindi non solo abbiamo perso il raccolto 2023, ma in molti casi abbiamo perso, tutto o in parte, l'impianto frutticolo".
Impianto di kiwi eroso dal fiume
Molti impianti di kiwi sono invasi da 50-60 centimetri di limo e sabbia imbevuti di acqua, per cui il rischio di asfissia radicale è notevole. Malavolti ha 31 anni e qualche anno fa ha accettato la sfida di rimanere in collina e scommettere sull'agricoltura. Ma un evento del genere rischia di porre fine alla sua azienda e a quelle di tanti altri.
Impianto di kiwi crollato
Questo riguarda il fondovalle, ma sulle colline le frane hanno reso inaccessibili molti poderi. "Conosco colleghi agricoltori che non riescono più a recarsi in campo. In pratica, abbiamo perso molta superficie coltivabile e questo probabilmente è un processo irreversibile. Già coltivare in collina è meno redditizio rispetto alla pianura, ma dopo eventi come questo si rischia di abbandonare tutto".
"Speriamo di non venire abbandonati a nostra volta - conclude Malavolti - perché da soli non ce la possiamo fare".