Dopo un autunno durante il quale i prezzi si erano attestati a livelli alti, il mese di dicembre (festività comprese) ha segnato un forte calo della domanda. E anche i prezzi, ovviamente, hanno seguito la parabola discendente. Lo confermano due operatori di due diversi mercati ortofrutticoli.
"La situazione è molto preoccupante - afferma Massimo Castrogiovanni, grossista al Mercato di Cesena - Il periodo di Natale ha registrato un mercato pressoché fermo, con consumi in calo, e anche i prezzi sono precipitati. Il datterino si è venduto a 1,50 euro/kg, il ciliegino a 1,50 euro/kg, il Piccadilly a 1,20 e anche la tipologia a grappolo è in diminuzione. Forse si è salvato meglio l'insalataro, ma ora è in flessione anche quello".
Massimo Castrogiovanni
Rispetto ai canali di vendita, Castrogiovanni ritiene che "forse i piccoli negozi hanno risentito meno il calo dei consumi rispetto alla Gdo. E' stato perciò un periodo natalizio molto sottotono, e la crisi sta continuando anche adesso, nel post vacanze".
La produzione arriva dalla Sicilia ed è di ottima qualità. "Non vale la pena importare dalla Spagna - precisa - perché non vi è alcuna convenienza economica. I produttori sono in crisi, perché i costi di produzione sono saliti alle stelle e le quotazioni che ottengono non vanno a coprire le maggiori spese".
Sulla stessa lunghezza d'onda anche Tazio Zavaglia, del Mercato di Rimini. "La situazione è anomala, sottotono. Se in ottobre e novembre si erano avute fiammate con prezzi troppo alti, ora si è tornati a cifre nella norma, eppure i consumi stentano. C'è crisi o, forse, sfiducia, e la gente compra meno. Ma anche fra i produttori c'è sfiducia: spendono sempre di più e guadagnano meno".
Zavaglia in una foto d'archivio
Zavaglia stima un calo delle richieste da parte della Gdo nell'ordine del 30/40 per cento nel periodo di Natale. "Anche per i fruttivendoli le cose non sono andate molto meglio. Forse, ma dico forse, hanno tenuto di più gli ambulanti".