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Dal PSR ricevuti nel territorio 121 milioni di euro

L'ortofrutta ravennate non si ferma

Nel periodo 214 - 2022 il territorio della provincia di Ravenna ha ricevuto, dal Piano di Sviluppo Rurale, circa 121 milioni di euro. A beneficiarne sono stati in 2.209, per 1.086 ditte individuali: il 17,2% dei quali sono donne, il 18% giovani. Sempre grazie al Psr si sono insediati 202 giovani imprenditori, un terzo dei quali donne.

Venendo alle ultime due annualità, dal 2021 ad oggi sono stati concessi 16,7 milioni di euro, di cui 2 milioni in aree montane. La distribuzione territoriale delle risorse è andata alle aree rurali per 1,2 milioni di euro; alle aree ad agricoltura intensiva e specializzata per 11,5 milioni di euro e alle aree urbane e periurbane per 3,3 milioni di euro.

Se ne è parlato la scorsa settimana, quando si è riunita la Consulta provinciale dell'agricoltura che ha invitato l'assessore regionale Alessio Mammi e il direttore generale Valtiero Mazzotti. 

"Per quanto riguarda l'ortofrutta, oltre agli indennizzi, agli investimenti aziendali e ai contributi per gli strumenti antibrina, siamo pronti a lavorare con le altre Regioni italiane e con il Governo per un piano di rilancio nazionale dell'ortofrutta. Noi ci saremo per fare la nostra parte. Ravenna si conferma come grande provincia a vocazione agricola - ha detto Mammi - sulla quale la Regione, grazie ai finanziamenti del Psr e della Pac, è intervenuta con importanti risorse".

Sulla questione energia, al momento una delle emergenze anche per il settore agricolo, l'assessore ha auspicato la necessità che il Governo lavori presto su una soluzione nazionale dei costi energetici a carico delle imprese. Ha poi ricordato gli interventi irrigui su tutto il territorio ravennate e la loro necessità strutturale. Per quanto riguarda le misure urgenti per risorse in agricoltura, un provvedimento regionale, in via di approvazione in aula a fine ottobre, stanzierà 5,7 milioni di euro per il settore.

Le imprese hanno chiesto di accelerare sulla ricerca, per garantire le produzioni, a fronte dell'aumento di malattie delle piante e alla mancanza di molecole fitosanitarie sostitutive rispetto a quelle che sono state ritirate dal mercato. Tra gli interventi regionali più recenti - oltre alla ricerca - sono stati ricordati i contributi alle Province per i piani di controllo degli animali selvatici.