Ormai ci si sta facendo l'abitudine a trombe d'aria, alluvioni e violente grandinate. Le conseguenze del cambiamento climatico sono all'ordine del giorno, dal nord al sud dell'Italia (e non solo). Fenomeni meteorologici altamente distruttivi, che colpiscono un settore, quello agricolo, già in forte difficoltà per diverse ragioni.
L'ultima perturbazione atmosferica si è registrata nelle regioni meridionali. Tra i principali bersagli rientrano diversi areali della Puglia e della Basilicata, dove intense precipitazioni, anche grandinigene, hanno danneggiato coltivazioni come ortaggi e agrumi, ma anche vigneti.
Nubifragio tra Guagnano e Salice Salentino. Fonte foto: CIA-Agricoltori Italiani Puglia
In Puglia, ad esempio, i fenomeni si sono verificati in particolare nel Salento e nel tarantino, come Guagnano, Salice Salentino, Torre San Giovanni, Manduria e Palagiano, dove su quest'ultime due giornate sono caduti rispettivamente oltre 75 mm e 50 mm di pioggia in pochi minuti.
Limoni caduti a terra a causa del vento e grandine (Località Pisticci - Matera).
In Basilicata, invece, oltre ai nubifragi a Melfi e in altri territori della provincia di Potenza, una violenta grandinata ha interessato in particolare l'agro di Pisticci (località Tinchi - Matera). A tal riguardo, l'agronomo Domenico Laviola spiega: "Finora abbiamo la situazione della situazione sugli agrumi, per i quali quest'anno già si verifica una riduzione delle rese. Il bilancio è pesante specie sui limoni. Nel pomeriggio una tempesta di vento di 20 minuti, seguita da chicchi di grandine della dimensione come biglie, ha fatto cadere l'80% dei frutti ancora in fase di ingrossamento. La restante parte è comunque stata danneggiata dalla grandine. Per alcuni la campagna è terminata già prima di iniziare. Per una valutazione più accurata dei danni sulle piante, occorre attendere qualche giorno".
"Il vero problema è che l'intensità di questi fenomeni climatici sta talmente aumentando rapidamente che, oltre ai danni alla produzione, si contano anche quelli alle strutture e mezzi agricoli. In questi casi, le reti antigrandine rimangono comunque l'unica soluzione per salvare i raccolti, costi che, però, non sono facilmente e velocemente ammortizzabili dalle aziende. Pertanto occorrono maggiori fondi e una semplificazione nella partecipazione ai bandi regionali e nazionali" conclude l'agronomo.