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Donato Fanelli: "Episodi del genere rischiano di pregiudicare l'intero comparto"

Nei supermercati partite di uva verde dal basso grado zuccherino

Da quanto riferiscono alcuni operatori, nei giorni scorsi, in alcune insegne del Nord Italia sono giunti bancali di uva italiana non adatta alla commercializzazione, in quanto i grappoli conferiti non sono stati ben selezionati, oltre a non essere ancora arrivati a piena maturazione.

A intervenire sull'accaduto è Donato Fanelli, imprenditore agricolo di Conversano e membro fondatore della Commissione Italiana Uva da Tavola, il quale ci spiega: "Abbiamo iniziato la nuova stagione un po' sottotono dal punto di vista dei volumi e dei ricavi, a causa dell'inflazione che continua a colpire il carrello della spesa delle famiglie. Al momento, tutte le aziende agricole che producono e vendono uva registrano un -20% di fatturato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In questo periodo difficile, promozione e qualità devono andare di pari passo, eppure tale concetto non pare sia stato ancora afferrato da tutti. Qualunque sbaglio potrebbe compromettere ulteriormente la campagna pugliese dell'uva da tavola".

Nella foto a sinistra: stato delle cassette di uve inviate ad alcune catene centro-settentrionali. A destra: colorazione ideale dell'uva da conferire ai mercati.

E aggiunge: "Qualche giorno fa, sono stati inviati in alcune catene italiane grappoli di colore verde, brutti da vedere e per niente gradevoli da mangiare, poiché caratterizzati da un grado Brix molto basso. Le colpe non sono solo del fornitore, che, pur di lavorare, ha tagliato e spedito sui mercati un prodotto ancora immaturo, ma anche del buyer, il quale invece avrebbe dovuto rifiutare quelle forniture. Non lamentiamoci, poi, se le richieste di uva diminuiscono".

Spesso il consumatore non sa distinguere tra le diverse varietà (Victoria, Black Magic, etc), ma acquista prendendo in considerazione il prezzo come unica variabile fondamentale. "In estate nei supermercati - continua l'esperto - ci sono sempre state promozioni relative alle uve, ma le insegne devono anche comprendere che lo scenario produttivo è mutato a causa del cambiamento climatico. Non bisogna guardare soltanto allo storico delle promozioni, specie in un anno in cui l'andamento meteo ha scombussolato il calendario produttivo e commerciale".

Raccomanda Fanelli: "Episodi del genere non devono verificarsi, in quanto si rischia di pregiudicare l'intero comparto, già in forte difficoltà per i rincari generalizzati e per la carenza di manodopera. La campagna dell'uva da tavola è ancora molto lunga e non possiamo permetterci errori di questo tipo".

"Si discute tanto durante l'anno di promozione e qualità, ma quando ci si trova a dover mettere in pratica tutto ciò che si è detto, ci troviamo impreparati. I prossimi mesi saranno cruciali, in quanto bisogna recuperare quanto perso a causa della crisi economica. Inoltre, è necessario che tutti gli attori della filiera diano il giusto peso e valore alla parola promozione" conclude.