Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

HLB: un'altra gravissima minaccia per l'agrumicoltura siciliana

Il Citrus greening, fitopatia batterica nota anche come Huanglongbing (HLB), è forse la più grave emergenza fitosanitaria che minaccia l'agrumicoltura mondiale. Ha già distrutto milioni di piante in paesi extra europei: dagli Stati Uniti (Florida, California) alla Cina e al Brasile; adesso ha puntato l'Europa. Gli insetti-vettori che trasmettono la malattia, infatti, sono già presenti in Spagna, Portogallo e Israele, cioè nelle principali aree di produzione di agrumi, arance e limoni del bacino del Mediterraneo.

"E' possibile che, nel giro di un decennio, arrivi anche il batterio", hanno avvertito i ricercatori nel corso di un seminario, organizzato a Catania nell'ambito di due progetti europei, il PRE-HLB (H2020) ed il LIFE Vida for Citrus dal Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell'Università degli Studi di Catania, con la collaborazione dell'Istituto di ricerca del Crea, Centro di ricerca olivicoltura frutticoltura e agrumicoltura e il Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia.

"L'auspicio è che si riesca ad essere pronti in tempo con un piano di prevenzione efficace - ha esordito Agatino Russo, direttore Di3A Unict - Noi abbiamo avviato delle collaborazioni con paesi in cui questa malattia è presente da anni, come in Estremo Oriente".

"Proprio in un momento in cui l'agrumicoltura di qualità siciliana si sta affermando a livello internazionale - ha commentato la presidente Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia, Federica Argentati -penso che sia arrivato il momento che ciascuno faccia la propria parte. Ecco perché siamo qui oggi per lanciare un messaggio chiaro: agire subito, e non arrivare impreparati".

"Purtroppo siamo accerchiati, e il cambiamento climatico in atto potrebbe portare a delle condizioni anche nel nostro paese per una possibile introduzione del vettore", ha spiegato la docente Alessandra Gentile Unict, componente del CdA del Distretto produttivo Agrumi di Sicilia.

Quanto accaduto in Spagna, per esempio, è stato illustrato dal ricercatore Alejandro Tena, dell'IVIA di Valencia, che ha descritto il controllo biologico dell'insetto vettore di HLB, la Tryoza eritreae, svolto nelle isole Canarie e anche nella penisola iberica.

A porgere i saluti, anche Enrico Catania, presidente Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali, Catania. Sono intervenuti i docenti Unict Stefano La Malfa, moderatore, Giuseppe Eros Massimino Cocuzza, Alberto Continella e Vittoria Catara, del Crea Concetta Licciardello, del servizio regionale fitosanitario Filadelfio Conti. Ha concluso i lavori, Sebastiano Vecchio, Osservatorio per le malattia delle piante Acireale, regione Siciliana.

"Non vorremmo accadesse come per il virus Tristeza (CTV), cioè nulla - ha commentato Silvia Di Silvestro, ricercatrice, responsabile di sede del Crea di Acireale - Abbiamo assistito in quest'ultimo ventennio alla devastazione portata dal virus, senza alcun piano di emergenza. L'appello va anche ai produttori perché, quando si cominciò a parlare del CTV, ne avevano forse sottovalutato gli effetti. Oggi, abbiamo gli strumenti per prevenire questo disastro che sta già colpendo altre parti del mondo".

"La Regione siciliana si attivi con il governo nazionale e con gli enti comunitari per predisporre un piano di prevenzione contro l'HBL, come se fosse un piano pandemico - ha aggiunto la presidente Argentati - ascoltando la ricerca da un lato, e le imprese dall'altro. Le imprese per quanto, in questo momento, non abbiano gli strumenti per tutelarsi, possono fare massa critica e dare supporto alla ricerca scientifica e agli organismi di rappresentanza".

"Bisogna innanzitutto far assumere agli agrumicoltori - ha proseguito la professoressa Alessandra Gentile, responsabile scientifico del progetto PRE-HLB - la consapevolezza che il materiale vegetale importato in maniera incontrollata da altri paesi è pericoloso; la ricerca sta lavorando per sviluppare programmi di miglioramento genetico che possano portare alla costituzione di genotipi resistente alla malattia".

Foto di gruppo dei relatori 

"Le attività di ricerca in corso di svolgimento – ha concluso il professore Alberto Continella, responsabile scientifico del progetto LIFE Vida for Citrus – hanno la finalità di realizzare un kit per la diagnosi precoce di HLB in campo, di definire le pratiche agronomiche ecosostenibili che siano efficaci per il controllo della diffusione del vettore e della malattia e di disseminare tali conoscenze a tecnici ed agrumicoltori".